Mangiati vivi (1980)

Mangiati vivi! è un film del 1980, diretto da Umberto Lenzi.

La pellicola riporta Umberto Lenzi al genere cannibal, da lui inaugurato nel 1972 con Il paese del sesso selvaggio. Qui riprende i temi di quel film, con più cannibalismo e un riutilizzo delle scene, in particolare la morte di Me Me Lay, uguale al film precedente.

New York, 1980. La città è investita da una serie di omicidi mediante dardi intinti nel veleno di cobra. In seguito all’incidente stradale nel quale l’assassino trova la morte, la polizia locale rinviene una pellicola appartenente a Diana Morris (Paola Senatore), e ne convoca la sorella Sheila (Janet Agren) sperando in un indizio.

Sheila stessa, preoccupata sulle sorti della sorella di cui da lungo tempo non ha notizie, si mette segretamente alla sua ricerca. L’analisi del materiale video sembra portare ad una comunità religiosa newyorkese chiamata Setta della Purificazione, che agli ordini del santone Melvyn Jonas (Ivan Rassimov) ha costituito un villaggio nella profonda giungla della Nuova Guinea, dove qualche mese prima l’intera setta era stata convinta ad insediarsi per rinnegare la civiltà occidentale e tornare alle origini, noncurante dei pericoli dell’ambiente ostile e delle locali tribù di cannibali.

Giunta sul luogo, Sheila ingaggia Mark Butker (Robert Kerman), un disertore fuggitivo dal Vietnam lì trasferitosi, per farle da guida nella giungla. Dopo aver superato mille pericoli i due raggiungono il Villaggio della Purificazione dove finalmente incontrano Diana Morris. I pericoli per i protagonisti sono però appena iniziati, perché il reverendo Jonas si rivela essere dedito alle peggiori pratiche sadiche e manipolatrici e ostacola in ogni modo la loro dipartita.

Da New York, nel frattempo sono in arrivo i soccorsi via elicottero, alla vista dei quali Jonas convince l’intera setta al suicidio di massa. Tra suicidi, omicidi e cannibalismo, dei fuggitivi si salveranno solamente Mark e Sheila, mentre nella concitazione dei salvataggi Jonas fa perdere le sue tracce.

Sheila Morris, un tempo benestante, scopre infine di essere ridotta sul lastrico a causa della donazione dell’intero patrimonio familiare fatta dalla sorella a favore di Jonas prima della sua partenza.

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.