Il presidente colombiano Morales accusa gli USA di favorire il narcotraffico

“Invece che cercare di sradicare il narcotraffico, i governi degli Stati Uniti lo proteggono, lo coprono e lo fomentano. Il termine narcotraffico viene usato per controllare politicamente i nostri Paesi, condizionarci e minacciarci”.
Lo ha dichiarato il presidente boliviano Evo Morales nel corso di una cerimonia pubblica di fronte ai vertici delle forze armate, a poche ore dall’arrivo a La Paz del sottosegretario di Stato Usa per l’America Latina Arturo Valenzuela. Il capo di Stato si e’ quindi chiesto se il sostegno economico di Washington ai giudici “anti droga” serva a “lottare contro il traffico di stupefacenti o a proteggere o liberare i trafficanti”. Dietro alle politiche di contrasto alla droga, secondo Morales, “ci sono altri interessi di tipo politico”. Il presidente del Paese andino, storico leader dei produttori di coca, ha quindi portato l’esempio della Colombia, che nel 2009 ha ricevuto 469 milioni di dollari dagli Usa (la Bolivia ne ha avuti 24): “Continua a essere il primo esportatore di cocaina. Dato che dal 1952 gli Stati Uniti hanno garantito presenza militare, cooperazione e risorse, la Colombia dovrebbe essere un Paese modello, un esempio, senza la presenza del narcotraffico e della cocaina”. Allo stesso tempo pero’ Morales ha riconosciuto, per la prima volta, che i trafficanti di stupefacenti sono riusciti a infiltrarsi nello Stato: “Vedo che c’e’ complicita’ da parte di alcune istituzioni, da parte di alcuni membri della giustizia e della polizia”. “Io non credevo che il narcotraffico fosse cosi’ grande e che avesse un tale potere economico e sento che riesce a infiltrarsi nella struttura dello Stato, non solamente in Bolivia ma in tutto il mondo”.

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