Il commando israeliano che attaccò la Freedom Flotilla lo ha fondato un fascista italiano

In questi giorni si è inevitabilmente parlato della strage della Mavi Marmara da parte dei Comandos di Tel Aviv, in particolare l’operazione è stata condotta dall’S13 che sta per Shayetet 13, un corpo speciale della marina militare israeliana la cui storia si intreccia con la storia italiana.

In un articolo scritto per il numero I del dicembre 2005 de La Storia in rete dal titolo Un fascista ingaggiato dal Mossad. Con l’Ok di De Gasper, il giornalista e storico Gianni Scipione Rossi ripercorre le tappe della nascita di questa unità speciale per la cui costituzione il nascente stato ebraico si avvarrà dell’apporto fondamentale di un’istruttore italiano Fiorenzo Capriotti, fascita mai pentito ed ex- membro della X Mas.

Nell’aprile del 1948, De Gasperi ha un’incontro molto riservato con Ada Sereni, un’ebrea italiana emigrata nel 1927 in Palestina e tornata in Italia  come agente del Mosad per organizzare l’emigrazione via mare degli ebrei europei sfuggiti alla Shoah. Ebrei che partono clandestinamente con destinazione Haifa, dove gli Inglesi cercano di contenerenel’immigrazione, soprattutto per non avere problemi con gli arabi.

L’Italia che fino al 1947 è uno stato a sovranità limitata perché il trattato di Pace non è ancora stato firmato, cerca di barcamenarsi. Da una parte è impegnata a riconquistarsi un ruolo internazionale e sta impostando la sua futura politica estera mediterranea, ma dall’altra preferisce che i profughi ebrei defluiscano dal suo territorio.

In questo contesto il Mossad si muove con prudenza ricevendo talvolta l’aiuto italiano mentre  in altre occasioni le sue azioni vengono frenate. Esistono comunque relazioni informali ad alti livelli attraverso Jehuda Arazi, Ada Sereni e Raffele Cantoni, presidente delle Comunità ebraiche italiane.

Quattro mesi prima di quel fatidico aprile del 1948, era stata adottata dall’ONU (di cui l’Italia ancora non aveva diritto di fare parte) la famosa risoluzione n. 181 che prevedeva, definendone i confini la nascita di due Stati, uno israeliano e l’altro arabo-palestinese e la fine del Mandato Britannico. La prima guerra arabo-israeliana sarebbe scoppiata da li a meno di un mese, il 14 maggio con la dichiarazione di indipendenza israeliana e la successiva aggressione da parte di Egitto, Trasgiordania, Siria, Iraq e Libano.

Ada Sereni in quell’incontro con  De Gasperi chiede che l’Italia aiuti la neonata Israele a vincere la guerra con gli arabi. De Gasperi è preoccupato in caso di una sconfitta dei sionisti da un possibile deflusso  nel nostro paese. Inoltre non ritiene che sia conveniente avere paesi arabi troppo forti con i quali avere a che fare.

Decide allora di accettare la proposta della Sereni. L’Italia chiuderà entrambi gli occhi  sulle attività del Mossad nel nostro paese, in particolare sul traffico di armi dall’Italia verso la Palestina ebraica e sulle azioni di contrasto  all’ all’ analogo trafficoverso gli arabi. Ma il contributo dell’Italia non si ferma a questo.

Dato che Israele ha bisogno di contrastare la marina egiziana, molto probabilmente Ada Sereni riesce a convincere De Gasperi a inviare degli istruttori al di là del Mediterraneo. E’ però un’operazione estremamente delicata, e non è possibile reperire degli specialisti tra i militari regolarmente in servizio perché l’operazione deve rimanere totalmente sotto copertura.

Il servizio segreto della marina italiana, diretto da Calossi decide allora di rivolgersi a Nino Buttazzoni, un reduce della X Mass agli ordini di Junio Valerio Borghese che aveva combattuto per la RSI. Ma Buttazzoni rifiuta l’incarico e l’attenzione dei servizi segreti italiani viene rivolta verso Fiorenzo Capriotti.

Capriotti non aveva combattuto per la RSI perché, partito come volontario nel 1940, il 26 luglio del 1941 era stato catturato durante una missione a Malta dagli inglesi, e rientrerà in Italia dalla prigionia soltanto nel 1946.

Nel 1947 è  di nuovo con la divisa nel 1947 ma solo per pochi mesi. All’inizio del 1948, lascia e, a quel punto , da libero cittadino, nonché dirigente missino (terminera la sua carriera nel MSI nel 1957 come membro della direzione centrale del partito), viene  avvicinato dal  SIS, ed accetta l’incarico.

A Milano acquista dei vecchi motoscafi turistici e li fa recapitare in Israele; poi si imbarca sotto falso nome  diretto in Palestina.

Nel giugno del 1948, a Jaffa si costituisce il primo gruppo mezzi d’assalto con soldati provenienti dai Kibutz. L’addestramento avviene durante l’estate presso il lago Tiberiade. La prima azione di guerra dell’S13 è programmata per il 22 ottobre 1948. Obiettivol’ammiraglia egiziana “El Emir Farouk”, alla fonda nel porto di Gaza. Capriotti vorrebbe partecipare ma è italiano e se venisse catturato ne nascerebbe un’incidente diplomatico. Viene perciò fatto rientrare in Italia.

Tornerà ancora in Israele nel 1952, dopo aver curato per quattro anni, da Lugano, la spedizione di componenti di sistemi d’arma e poi svariate volte con un passaporto regolare anche da turista. Il 22 ottobre 1992, nell’anniversario dell’azione di Gaza, Capiotti è ad Atlit, sede di Shayetet 13, dove  riceve dell’ ammiraglio Ami Ayalon, comandante in capo della Marina Israeliana,  una pergamena commemorativa a lui dedicata. Nell’aprile del 1998 è tra gli amici d’Israele invitati al gala romano per il cinquantenario della nascita dello Stato ebraico.

Per quanto riguarda invece la storia del Mossad in Italia,  bisognerebbe aprire altri nuovi capitoli  approfondendo l’oscura e talvolta ancora indecifrabile presenza non solo dei nostri servizi deviati o del Mossad,  ma anche dei servizi di altri paesi. Prevale credo la sensazione che, per quanto ci riguarda, abbiamo continuato a chiudere spesso entrambi i nostri  occhi, talvolta pagandone direttamente le conseguenze.

fonte: http://guerrecontro.altervista.org

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.