Gli immigrati condannati per reati minori connessi alla droga non dovrebbero essere espulsi automaticamente dagli Stati Uniti: lo ha stabilito all’unanimità la Corte Suprema ieri. Si tratta di una sentenza che consente a migliaia di immigrati legali di battersi per condanne piú leggere da parte dei giudici.
La decisione ribalta la sentenza di una corte d’appello riguardo al caso di Jose Angel Carachuri-Rosendo, un immigrato messicano legale, che viveva negli Stati Uniti da quando aveva 5 anni.
Rosendo è stato espulso in Messico dopo essere stato condannato per possesso di una singola compressa di Xanax, un ansiolitico, e dopo aver scontato una pena di 10 giorni in carcere. Un anno prima, l’uomo era stato condannato per possesso di una piccola quantità di marijuana un anno prima e aveva all’epoca passato 20 giorni in cella. Il tribunale respinse la richiesta di appello dei legali di Rosendo, che chiedevano che il loro assistito potesse scontare la pena in America.
In caso di reato aggravato l’espulsione è automatica per gli immigrati negli Stati Uniti. E Carachuri-Rosendo, condannato due volte, rientrava in questa categoria. Ma la corte ha stabilito che in alcune circostanze è necessaria maggiore elasticità. “Non riteniamo che una condanna di 10 giorni per possesso in autorizzato di Xanax debba essere considerata reato aggravato”, ha detto il giudice della Corte Suprema Stevens. “Gli immigrati che violano la legge devono poter fare appello davanti a un giudice prima di subire l’espulsione automatica”.
Questo significa, secondo gli esperti, che gli immigrati regolari Manuel Vargas, senior counsel per Immigrant Defense Project, ha detto che gli immigrati regolari potrebbero chiedere ai giudici di considerare fattori quali: la durata del loro periodo di permanenza negli Stati Uniti, il servizio militare, e i legami familiari e con la comunità. Il caso di Carachuri-Rosendo è particolarmente emblematico: l’uomo, quasi 30 anni, è stato espulso nonostante la moglie, i quattro figli e altri membri della sua famiglia siano cittadini statunitensi.
La decisione della Corte Suprema potrebbe essere legata anche al provvedimento del governatore della California, Arnold Schwarzenegger, di ridurre la popolazione carceraria di 46.000 detenuti nei prossimi due anni.
fonte aduc