La Giunta di Firenze, con una delibera, dà il via ad una fase sperimentale, di tre mesi, per la circolazione dei risciò. Non che
finora fossero proibiti. La novità è che verranno approvati, al massimo, cinque progetti “in cui siano previsti gli itinerari, il
costo dell’iniziativa, il numero di persone coinvolte per realizzarla, i contenuti dettagliati dell’attività di trattenimento”.
Saranno dei taxi a pedali? “Niente affatto, non ci sarà nessun servizio a chiamata -spiega la società, già attiva nel settore, Pedicab- piuttosto, viene fuori qualcosa di simile al concetto di City Sightseeing, con percorsi turistici pensati per gruppi ed itinerari prestabiliti. Infatti, il Comune precisa che “la finalità è quella di promuovere la conoscenza della città”.
La delibera arriva dopo che, proprio oggi, la ‘Pedicab’ fa sapere che la Prefettura ha annullato il sequestro di un risciò, ordinato dai vigili urbani sette mesi fa ad un giovane. “Dava passaggi gratuiti -racconta Francesco Ricci- e gli venne sequestrato il mezzo. Ora c’è da valutare l’opportunità di una richiesta di risarcimento danni”.
A tanto porta la mancanza di una norma nel codice stradale, che i sostenitori del mezzo a “trazione umana” chiedono da oltre 10 anni. Con questa delibera, Firenze punta ora a diventare pioniera, tra le città d’arte, di un mezzo che viene prodotto principalmente in India ed è diffuso in alcune delle più grandi città europee, come, oltre a Berlino, Parigi, Londra e Monaco
di Baviera.
Alle spalle della decisione comunicata oggi, c’è un grande contenzioso legale. Nel 1999 il Comune di Firenze aveva approvato, all’interno di un concorso, un progetto per i risciò, ma, l’anno successivo alla società vincitrice Olim (letteralmente, “come una volta”) venne rifiutata la licenza NCC, cioè di “noleggio con conducente”. Ed è dall’ottobre 2001 che l’Amministrazione comunale di Firenze si interroga (ed è interrogata) sulla legittimità della figura professionale di “conduttore di risciò”. Nel dicembre 2001, gli uffici competenti girarono la questione al ministero del Lavoro, che diede
parere positivo, rispendendo tutto al mittente. Nel novembre 2002, ricordano i soci di Olim, arrivò finalmente un parere dal Comune, ma negativo. Si andò al Tar, che ribaltò la decisione. Da allora, esiste un ridottissimo servizio di risciò, a Firenze,
concepito per le pubblicità e occasioni particolari. La fazione più accanita e contraria è rappresentata dai tassisti, per
i quali, proprio a causa della mancanza di regole, i risciò dovrebbero effettuare corse a titolo gratuito oppure non circolare affatto.
Riscio’ per turisti. Firenze ci prova ma solo in via sperimentale
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