L’Auditorium Flaiano di Pescara, Alessandro Quarta, Michele Di Toro, Marco Zanoli, Yuri Goloubev e Daniele Di Bonaventura

A volte è veramente emozionante essere spettatore; può accadere attraverso le musica di trovarsi sospesi tra cielo e terra e le note sono la nave che solcano lo spartito un po’ increspato e profondo dell’oceano di una serata.

A volte, decisamente poche volte, accade che ascoltare un concerto sia come un ritorno, dopo le tempeste e i naufragi. Il respiro della vita cessa di essere affannato e così tra le crepe della tela della quotidianità, si fa strada a modo suo una pennellata di puro colore, di pura energia.

Il 16 gennaio, all’Auditorium Flaiano di Pescara, si sono esibiti Michele Di Toro, Alessandro Quarta, Marco Zanoli, Yuri Goloubev e Daniele Di Bonaventura.

Una serata capace di andare oltre i confini dei generi musicali, capace di fondere armoniosamente classica, jazz e musica popolare.
Del contrabassista Yuri Goloubev che non conoscevo, mi ha colpito moltissimo il modo di suonare che lo rende decisamente un fuoriclasse. Del persussionista Marco Zanoli ho apprezzato la capacità di “essere presente senza sovrastrare la voce altrui”. Spesso i percussionisti hanno il vizio di strafare e così invece di essere “struttura”, sono solo rumore. Interessante Daniele Di Bonaventura che ha suonato il vero bandoneon, e non come altri musicisti che si spacciano per bandeneonisti e poi suonano una fisarmonica modificata. Ho avuto la fortuna di ascoltare in concerto il maestro Héctor Ulises Passarella, grandissimo bandeneonista, e non me ne voglia Di Bonaventura, ma Passarella è un’altra storia. E’ come un Michelangelo… le emozioni che il maestro Passarella riesce a donare sono immense, almeno per me sono state immense, e così l’esibizione di Daniele Di Bonaventura, seppur di alto livello, non è riuscita ad emozionarmi. Forse sono prevenuto, ma è un po’ come fare l’amore la prima volta. Nella vita, saranno molte altre le volte che si farà all’amore, ma per quanto belle potranno essere, nessuna sarà come la prima.
Michele Di Toro ed Alessandro Quarta sono stati incredibili e hanno superato se stessi con l’Ave Verum Corpus. Un delicatissimo sospiro, così delicato da sconvolgere nel profondo.

La serata è stata perfetta. Un’unica nota stonata. Le tende del palco dell’Auditorium Flaiano di Pescara, erano rattoppate ed anche in modo vistoso. Non capisco, giuro che non capisco. Sul palco c’erano dei veri talenti della musica, che hanno voluto regalare alla città di Pescara una serata magica e lo hanno fatto gratuitamente, perché non hanno preso neanche un centesimo e poi senza alcun rispetto per l’arte e per dei veri artisti, li si fa esibire tra i “rattoppi”. E’ come se invitassi degli amici a casa mia e pur avendo le possibilità, decidessi di cucinare della pasta in bianco.
Magari sono polemico, ma se su quel palco invece di cinque grandi artisti, ci fosse stato un “piccolo” politico, sono sicuro che le tende sarebbero state nuove.

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