La produzione di papavero in Afghanistan, primo produttore mondiale di oppio, è diminuita di circa il 50% quest’anno in ragione di un cattivo raccolto dovuto a un parassita: il suo valore è peró in rialzo, secondo una relazione delle Nazioni Unite pubblicata oggi. L’Afghanistan ha prodotto 3.600 tonnellate di oppio nel 2010, circa il 50% in meno rispetto alla produzione del 2009, ha stimato l’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Onudc). Ma il suo valore è in rialzo del 38%, pari a circa 604 milioni di dollari, secondo l’Afghanistan Opium Survey 2010.
La relazione, pubblicata a Kabul, sottolinea come la produzione di oppio rappresenta il 5% del Pil afgano, cioè sei volte il valore totale della produzione di grano del paese. Il calo della produzione ha fatto salire i prezzi: un chilo di oppio è quotato 169 dollari, con un aumento del 169% rispetto al 2009, secondo l’Onu.
L’Afghanistan conta per circa il 90% della produzione mondiale di oppio. Un fungo che ha attaccato le colture di papavero è all’origine del cattivo raccolto di quest’anno. Molte delle province produttrici, in particolare Helmand e Kandahar, sono state colpite da questo parassita. “L’effetto principale della malattia è visibile sul rendimento, che si è abbassato a 29,2 chili per ettaro, cioè il 48% meno rispetto al 2009”.
Le aree coltivate restano le stesse dell’anno precedente, ovvero 123.000 ettari di terreno, il 96% del quale nelle province del sud. I talebani, che combattono il regime di Kabul, si finanziano soprattutto grazie alla produzione di oppio. Circa il 6% della popolazione afgana stimata (248.700 persone) coltiva il papavero, una cifra molto simile a quella del 2009.
fonte aduc