Luigi Friotto – Lucernario

E’ una notte profonda, proprio non riesco a dormire. Indosso le cuffie ed ascolto l’ep “Lucernario” di Luigi Friotto, un artista giovane e molto interessante.

Spengo la luce, lascio che le note mi avvolgano e mi trasportino nel mare che sacrifica,  che supplica, che purifica e magnifica. Come una vecchia canzone che canta l’incanto a metà, mi trovo sull’ultima sponda dei naufragati, dove senza più onda né tempesta sono sperato e sperduto, fragile come un peccato quasi compiuto. “Il posto dei porti” il primo pezzo dell’ep è decisamente evocativo. Dall’acqua il viaggio continua nell’elemento opposto: il fuoco. In “Santofoco”, potenti, fiere del potere e alcune genti arroganti e ignoranti per scelta, vengono “rifiutate” anche dall’Inferno… Oltre il fuoco, dal buio le falene e lumi a petrolio che straziano la luna, arriva quasi come “un rantolo favolistico” la bellissima “Villana Pianura” che celebra l’elemento terra. Il viaggio prosegue sulle ali dell’albatro “Haiku grosso” che rappresenta l’elemento aria e un pò  come per Charles Baudelaire, l’albatro simboleggia la capacità di un artista di sollevarsi e volare in alto. L’ep si conclude con “Silenzi da un temporale (pour mourir)”. La mia insonnia trova i passi insonni all’ombra dei cortili… è tutta un’erba antica a farsi attraversare… mi lascio andare completamente alla musica e alle parole… Sono solo un viandante, nulla più che un viandante nel tempo e negli elementi…

Un ep assolutamente da non perdere!

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