Approfondimento: Mardik Martin co-sceneggiatore de Il Padre (in uscita il 9 aprile)

il padreA volte i sogni si avverano. Quando avevo quindici anni, lavoravo per la MGM a Baghdad, dove portavo le pellicole da una sala all’altra. Mi domandavo se un giorno avrei mai partecipato in prima persona a uno di quei film hollywoodiani.
Anni dopo, mi sono ritrovato a studiare alla NYU e ho ottenuto la borsa di studio per un master in sceneggiatura che mi ha portato a Hollywood, il mio sogno per così tanti anni.
Sono stato autore e co-sceneggiatore di molti film di successo, come Toro scatenato, Crisis, New York, New York e VALENTINO.
Dopo aver lasciato il cinema, ero convinto di aver realizzato tutti i miei sogni. Poi ho ricevuto le telefonate insistenti di Nurhan Sekerci, che mi chiedeva di leggere e lavorare sul copione di un giovane regista turco-tedesco, Fatih Akin. Ho rifiutato educatamente, perché ero più che occupato con la mia cattedra alla USC. Ma Fatih e la sua produttrice Nurhan non hanno accettato un no come risposta. Mi hanno mandato il film di Fatih e ne sono rimasto impressionato. Alla fine, mi hanno convinto, anche perché Fatih ha deciso di intraprendere il lungo viaggio da Amburgo a Los Angeles per parlare con me di persona. Non solo ho amato la storia, ma mi sono trovato d’accordo anche con Fatih. Come Martin Scorsese, Fatih mi ha lasciato libero di fare ciò che volevo.
Abbiamo lavorato sul copione per dieci giorni, discutendo del film e delle riprese. Io e Martin Scorsese avevamo un professore armeno alla NYU, Haig P. Manoogian. Ci aveva sempre sostenuto e aveva avuto grande influenza su di noi. Quando Fatih ha sentito che Manoogian aveva coprodotto il primo film di Martin Chi sta bussando alla mia porta?, abbiamo deciso spontaneamente di cambiare il nome del protagonista in Nazaret Manoogian. E’ stata un’espressione del rispetto di Fatih per qualcuno che aveva significato molto per noi, proprio come noi eravamo stati importanti per il progresso del suo lavoro. E’ fatto così. Fatih è un regista sbalorditivo. Sapeva esattamente ciò che voleva e il risultato è esattamente come l’aveva pensato.
Una storia sui sopravvissuti al genocidio armeno è un tema sensibile. Non avrei mai immaginato che qualcuno avesse il coraggio di farla. Fatih ce l’ha. Non ha realizzato soltanto il mio sogno, ma è andato molto oltre. Quando ho visto la prima versione, sono rimasto sopraffatto dall’incredibile bravura dell’attore Tahar Rahim. Tutto quanto nel film sembra perfetto. Spero solo che il pubblico riesca a immergersi nello spirito dell’epoca e nella sua turbolenza e irrequietezza.
Per me come armeno, è un incredibile film d’avventura.

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