Il Codacons ha presentato a fine settembre un esposto alla Corte dei Conti sul controverso caso del farmaco contro l’epatite C “Sofosbuvir”. Come noto la vicenda è stata al centro di numerose proteste, sfociate in interrogazioni parlamentari al Ministero della salute, ma della questione sembra non si riesca a venirne a capo.
In Italia un ciclo completo di cura con il Sofosbuvir varia dai 40 ai 45mila euro – spiega l’associazione nell’esposto – Un costo che non ha eguali nel mondo: basti pensare che in Egitto la stessa cura costa circa 800 euro: questo perché il Ministero della salute egiziano è riuscito a stipulare un accordo con la casa farmaceutica produttrice del farmaco. Il prezzo del medicinale in questione appare inoltre abnorme rispetto al costo di produzione dello stesso, che non supererebbe i 300 euro.
Nonostante da più parti siano arrivate richieste di interventi per abbassare il prezzo del farmaco contro l’epatite C, malattia che coinvolge circa 800mila italiani, da Ministero e Aifa non sono giunte adeguate risposte, e oggi la situazione è la seguente: da un lato un immenso spreco di risorse pubbliche e un enorme arricchimento per l’azienda farmaceutica produttrice del Sofosbuvir, considerato che la cura per i casi più gravi è interamente a carico del SSN. Dall’altro una violazione del diritto alla salute per chi, non rientrando nei casi in cui il farmaco è a carico dello Stato, è costretto ad acquistarlo privatamente con costi proibitivi.
Per tale motivo il Codacons si è rivolto alla Corte dei Conti, chiedendo di aprire una indagine urgente allo scopo di verificare eventuali sprechi di risorse pubbliche a danno della collettività, e ripercussioni negative per l’Erario, e le connesse responsabilità di Aifa e del Ministero della salute.