Rifiuti Abruzzo: I fatti contestati agli indagati

Secondo gli inquirenti, le indagini ruotano attorno alla realizzazione di un impianto di termoessicazione di rifiuti a Carapollo, vicino Teramo, su di un terreno di proprietà della società TEAM. Stando alle attuali indagini, Venturoni e Di Zio avrebbero attuato un piano al fine di favorire la DECO, società di cui è presidente del CDA, proprio Rodolfo Valentino Di Zio, per poterle assegnare l’appalto di costruzione di un termovalorizzatore senza dover indire una gara d’appalto. Venturoni si sarebbe appropriato del progetto presentato dalla TEAM SPA, alla Regione Abruzzo, per attribuirlo alla società amica: DECO, dietro un pagamento forfettario di 75mila euro. Per l’indagine sono state utilizzate delle intercettazioni telefoniche ed inoltre i PM di Pescara avrebbero individuato un giro di soldi e tangenti ai politici ed in particolare relativo alle somme chieste ed ottenute dai senatori PDL Tancredi e Di Stefano. Infatti risulta che Di Stefano avrebbe chiesto a Di Zio un somma, in seguito ricevuta, pari a 20mila euro che pare sia stata elargita con due diversi bonifici indirizzati al candidato al Parlamento Europeo, Rivellini, il quale avrebbe poi girato una somma di 5mila euro a Di Stefano. Infine Di Zio avrebbe promesso a Di Stefano, degli altri aiuti economici a fini elettorali anche nel futuro, per consolidare evidentemente la posizione di potere e di prestigio di Di Stefano all’interno del PDL. Il senatore Di Stefano inoltre, pare che abbia fatto pressioni all’assessore Daniela Stati al fine di commissariare la discarica di Lanciano di proprietà di La Morgia per poter esautorare il presidente e quindi evitare anche la realizzazione dell’impianto di biocompostaggio dei rifiuti che naturalmente avrebbe potuto andare a svantaggio del suo amico imprenditore, Di Zio.

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