Quattro chiacchiere con Federico Carro

Cosa ti ha spinto verso la musica?
Anni fa una mia cara amica d’infanzia scomparve prematuramente e una semplice poesia a lei dedicata si trasformò mano a mano nella mia prima canzone “Come un lampo”. Dopo intense lezioni private e mirate alla composizione e arrangiamento dei pezzi, nonché al canto e pianoforte, riuscii nel mio intento, cioè realizzare il mio primo album che porta lo stesso titolo del brano sopracitato.

Quali sono i lati positivi e quelli negativi nell’essere cantante?
Ci si sente il portavoce di se stesso. Quando si canta si esprime il linguaggio dell’animo umano che emerge attraverso le note. Nel suo fascino sopraffino il cantare ha talmente tanti diversi aspetti positivi, sia sulla mente che sul corpo, che non credo possa averne di negativi.

Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico…
Ha inizio al liceo durante la stesura del mio primo romanzo “Il segreto del verziere”, a cui stavo lavorando parallelamente al mio primo album “Come un lampo”. Una volta pubblicato, seguirono svariate presentazioni di entrambi. Sono molto orgoglioso dei risultati raggiunti con il mio esordio, come per esempio il lancio di alcuni brani fra le radio di tutta Italia, facendomi entrare nella chart di Rockol, Absolute Beginners, per ben due settimane in seconda posizione. In seguto sono riuscito a pubblicare il mio secondo romanzo “Il re della luce, l’ordine degli dèi oscuri”, primo capitolo di una trilogia fantasy. Contemporaneamente ho lavorato a “Starlight”, ultimo mio lavoro discografico dato alla luce.

Cos’è la musica per te?
Una sensazione empirica cosi intensa e fantastica da riempire il cuore, l’animo e tutta la giornata, permettendomi così di sognare, immergendomi all’interno delle sue note così suadenti.

Parliamo di Starlight, come nasce e come ma hai scelto di cantare in inglese?
Starlight nasce da un incontro fortuito, probabilmente figlio del destino, con una canadese. Un evento da cui sono scaturite emozioni forti di cui l’album non è altro che la trasposizione sonora. Cantare in inglese è stata una scelta doverosa, il mio cuore ha deciso che il disco sarebbe stato dedicato a questa ragazza, anche se devo dire che mi trovo meglio con l’italiano.

Progetti futuri?
Di sicuro in questo periodo farò di tutto per pubblicizzare le mie nuove opere, sia letterarie che musicali. Nel frattempo sto continuando il mio terzo romanzo, anche se la mente è occupata alla realizzazione del mio terzo album…

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