Paul Claudel

Scrittore francese, nato a Villeneuve sur Fere nel 1868, morto a Parigi nel 1955.

Dopo aver compiuto i primi studi in provincia , Claudel entrò nel 1882 al Lycèe-Louis-le-Grand a Parigi; in seguito studiò diritto e scienze politiche e nel 1890 si dedicò alla carriera diplomatica che sarà sempre strettamente legata alla sua produzione letteraria. Negli anni parigini due avvenimenti erano stati per lui determinanti: la scoperta di Rimbaud, che avrebbe influenzato tutta la sua opera rivelandogli ” l’impressione viva e quasi fisica del soprannaturale “, e nello stesso anno, il 1886, la conversione, che avrebbe orientato la sua vita e i suoi scritti. Tuttavia accettò i sacramenti solo dopo quattro anni di resistenza, cominciò a scrivere per il teatro e trasfuse questa lotta interiore nei primi drammi: Tète d’or , 1889; La Ville, 1893; La jeune fille Violaine, 1892; Lo scambio, 1894. Dopo essere stato, dal 1893 al 1895, viceconsole a New York e Boston, dal 1895 al 1900 si recò in Cina per la sua prima missione diplomatica. Studiando i costumi di questo paese trasse l’ispirazione per il grande poema in prosa Conoscenza dell’est (1900) e per Le Repos du septième jour (1896), dramma sul culto dei morti e supporto a una meditazione sulla vita sacerdotale e monastica cui egli aspirava allora. Di ritorno in Cina, dopo un breve soggiorno in patria, un incontro d’amore sfociato in una tormentata relazione che durò fino al 1904 fu all’origine di Partage de midi (1906). Qui Claudel esplorava le contraddizioni di un amore diviso tra il bisogno della felicità e il desiderio di un dono totale. Nello stesso anno si sposò e ritornò ancora in Cina, dove rimase fino al 1912. Nel 1910 pubblicò le Cinq grand odes, e successivamente, per il teatro, la trilogia composta da L’Otage, il pane duro, Le Père humilè (1909-1916). Nel frattempo durante la breve missione diplomatica in Germania ( a causa della guerra ), Claudel aveva scritto anche Protèe, una farsa buffa e poetica, e aveva ancora rimaneggiato La Jeune fille Violaine, traendone L’annuncio a Maria, messo in scena nel 1912. Durante la successiva missione brasiliana Claudel scrisse L’Homme et son dèsir (1918) e L’Ours et la lune (1919); fu poi nominato ambasciatore di Francia in diverse nazioni: in Giappone, dove terminò La scarpina di raso (1924); negli Stati Uniti, dove scrisse Conversations dans le Loir-et-Cher, Le livre de Chrisophe Colomb (1935); in Belgio, dove scoprì i capolavori dei musei e li analizzò in Introduzione alla pittura olandese (1934-1946). In pensione dal 1935, Claudel si dedicò alla sceneggiatura dei suoi drammi, che, rimaneggiati più volte, furono finalmente recitati grazie alla passione di Jean-Louis Barrault. Fu eletto all’Acadèmie francaise nel 1946. Il teatro di Claudel spaziò nei generi e negli stili, con un linguaggio immaginifico e di volta in volta lirico e familiare. Il dramma fu per lo scrittore la proiezione di un dialogo interiore tra le voci diverse e spesso opposte della sua coscienza. L’annuncio a Maria, L’Otage, Il Pane duro, Le Père humilè avrebbero ripreso instancabilmente l’argomento dell’amore impossibile e della separazione degli amanti causata dalla loro fedeltà all’onore, alla patria o alla ragione. La poesia claudeliana fu invece concepita come strumento per la percezione delle cose nell’universo. Il mondo appariva a Claudel come un poema che, uniformandosi ad un’arte poetica, ordinava la realtà in un insieme unico e coerente, decifrabile solo dal poeta.

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