David Herbert Lawrence

Scrittore inglese, nato a Eastwood nel 1885, morto a Vence nel 1930.
Figlio di un minatore, fece ben presto propria la repulsione che la madre nutriva nei confronti del padre, al quale tentò, però, di rendere giustizia fin dal suo secondo romanzo (Figli e amanti, 1913). Autodidatta e maestro, perse la madre subito dopo aver pubblicato le prime poesie (1910) e sprofondò in un lutto dal quale non riuscì mai a riprendersi. Malato lasciò l’insegnamento cimentandosi con il teatro ( The Widowing of Mrs. Holroyd, 1914 ), al quale ritornò con David (1916) . L’amicizia di Middelton Murry e K. Mansfield,mistici reticenti ma animatori di comunità utopiche, lo portò a sposarsi nel 1914 con Frieda Weekly. Il divieto di pubblicazione de L’Arcobaleno (1915) segnò la rottura con la borghesia e con il successo: riprendendo la materia di Figli e amanti, Lawrence oppone alle false passerelle create dalle relazioni superficiali l’arcobaleno della relazione ideale, nella quale la sessualità appare come portatrice di speranza. L’integrazione della donna nella società disorienta l’uomo, il quale non riesce a farne, come vorrebbe, l’incarnazione della propria anima. Espulso nel 1917 dal rifugio in Cornovaglia per le sue idee pacifiste, pubblicherà Donne innamorate (1920) negli Stati Uniti affinando il dualismo esposto ne L’Arcobaleno. Due uomini: Rupert Birkin, narciso febbrile la cui ribellione vitale maschera il desiderio di essere costretto all’amore, e Gerald Crich, fragile industriale, schiacciato dall’immagine del padre al quale è succeduto alla guida della sua miniera. Due donne: Ursula, maestra che intraprende la strada dell’emancipazione, e Gudrun, artista emancipata in modo sbagliato. Gudrun e Gerald si amano ma poi si feriscono reciprocamente e Gerald finirà per morire nudo nella neve. Rupert e Ursula, invece, si scontrano prima di potersi amare. Lawrence invoca un amore libero, che rinforzi e consolidi la solitudine degli amanti, ma dietro l’analisi del mal di vivere e di una sessualità tormentata dall’intelletto e dalla sete di prestigio e di potere, il suo lirismo esalta un desiderio di brutalità che la donna esita a far proprio. In quel periodo cominciò per Lawrence un esilio movimentato, intercalato da malattie e rotture. Nel 1928 pubblicò a Firenze L’Amante di Lady Chatterley in cui una nobildonna esplora con il guardacaccia del marito, reso impotente da una ferita di guerra, la tenerezza e le violenze di un Eros liberatore. Per Lawrence il culto fallico doveva soppiantare l’ “ asessualità cristiana ” , nel disprezzo delle convenzioni e nel tentativo di vincere la vergogna attraverso il nudo piacere. Il desiderio così rivelato avrebbe dovuto spezzare la coalizione dei padroni impotenti e dei docili operai uniti nel culto della macchina. Romanzo , ma anche manifesto, il libro fu vietato per oscenità fino al 1960. L’arringa formulata da Lawrence nel suo processo ( A Propos of Lady Chatterly’s Lover, 1930 ) spiega proprio la differenza tra erotismo e pornografia. Un anno prima della sua morte , senza più patria a causa dell’ostilità scandalizzata dell’Inghilterra, Lawrence vide la polizia sequestrare le sue poesie ( Pansies,1929 ) e i suoi quadri. Considerato pornografo e misogino ( Pornography and obscenity, 1929 ), Lawrence fu il cantore di un difficile esistere e l’intransigente rappresentante di una civiltà fatta di miseria e materialismo. Erede del paganesimo vittoriano, fece leva sulle pulsioni per raggiungere la “ via ” vera. Un panteismo sempre più marcato lo portò a disinteressarsi delle conseguenze della crudeltà : ne Il serpente piumato ( 1926 ), ambientato in Messico, una donna scopre le soddisfazioni che le può procurare la brutalità. Lawrence riteneva che la resurrezione partisse innanzitutto dalla carne, e fece della donna il tramite per questa rivelazione. Nel pensiero di Lawrence l’umanità, schiacciata dal cerebrale, sprigionerà attraverso il sesso ciò che di sacro c’è nell’universo: solo dando libero corso all’istinto si potrà avere una vera civiltà.

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