Inchiesta mostra la violenza nei macelli fraudolenti in Brasile, da cui l’Italia importa tonnellate di carne

Animal Equality rilascia oggi anche in Italia una nuova investigazione sotto copertura condotta in tre macelli brasiliani certificati a livello municipale e statale che mostra la violazione sistematica delle norme sanitarie e di benessere animale in Brasile. L’Italia, con un import tra le 25.000 e le 30.000 tonnellate è il primo importatore europeo di carne bovina fresca e surgelata dal Brasile.

Le immagini raccolte dal team investigativo di Animal Equality e narrate dal giornalista e conduttore televisivo Matteo Viviani mostrano animali trattati con estrema violenza nel momento della macellazione, in violazione delle norme federali in materia di sanità e di macellazione. A tutto questo si aggiunge sempre il contesto in cui avviene l’allevamento intensivo in Brasile: la deforestazione e l’abuso di animali, ambiente e comunità locali.

Nello specifico, nel video raccolto da Animal Equality si vedono:

Operatori che percuotono gli animali, li legano e li trascinano per le zampe;

Operatori che non stordiscono adeguatamente gli animali attraverso scosse elettriche e li macellano quando sono ancora coscienti;

L’inizio del processo di scuoiatura – che consiste nella rimozione della pelle e delle ossa dell’animale – e il taglio delle zampe che avvengono senza la conferma della morte degli animali;

Pratiche estremamente dolorose che avvengono con ricorrenza nei macelli a causa del numero insufficiente di controlli, nonostante le strutture investigate risultino certificate;

Nonostante queste evidenze e le numerose inchieste e denunce da parte di Animal Equality e tante altre organizzazioni per la protezione animale e ambientale, il Governo brasiliano continua nella sua politica di favorire l’industria degli allevamenti e dei macelli industriali.

A luglio 2021 infatti era stata presentata e approvata dal Congresso una nuova proposta di legge, con l’obiettivo di aumentare le esportazioni di carne senza investire maggiori risorse nei controlli in macelli e allevamenti. Tuttavia, a distanza di un anno, il progetto di legge deve essere ancora votato dal Senato e Animal Equality e altre organizzazioni per la protezione degli animali, attraverso il loro lavoro di lobbying, sono riuscite ad ottenere il rinvio del voto sul progetto di legge e una nuova audizione pubblica per far sentire anche la voce della società civile brasiliana, sempre più danneggiata delle politiche contro ambiente e animali di Bolsonaro.

“Questa indagine e tutte le inchieste precedenti condotte in Amazzonia, Pantanal e Cerrado da Animal Equality dimostrano che le crudeltà e le violazioni in Brasile nell’industria della carne sono sistematiche e proliferano incontrollate, anche a fronte di strutture certificate. Si tratta di una fatto molto grave, che gli stati europei, Italia compresa, devono prendere in considerazione rivedendo i propri rapporti commerciali con questo paese. Il Brasile ad oggi non è un partner affidabile e sta mettendo direttamente a rischio animali e Pianeta” dichiara Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality in Italia.

Per la specialista in benessere animale, Carla Molento, coordinatrice del Centro di benessere animale dell’Università federale del Paraná, i controlli sono essenziali per garantire il benessere degli animali e anche per garantire la sicurezza sanitaria della carne . “Malattie come la toxoplasmosi o la teniasi-cisticercosi e agenti patogeni come la salmonella sono solo alcuni degli esempi di zoonosi che possono essere trasmesse alla popolazione se le norme sanitarie non vengono seguite correttamente”.

All’industria della carne in Brasile è inoltre connessa gran parte della deforestazione del territorio. Secondo una ricerca di MapBiomas, in Brasile (il più grande esportatore mondiale di carne bovina) gli allevamenti intensivi e i macelli industriali sono responsabili di oltre l’80% della deforestazione e si stima che il 98% di questi incendi sia stato appiccato da allevatori di bestiame per disboscare le foreste. Il 99,8% della deforestazione nel 2019 ha mostrato segni di attività illegale.

L’Italia, secondo i calcoli di Etifor, ha indotto in media una deforestazione associata al consumo di carne compresa fra i 5.900 e gli 11.153 ettari all’anno. Inoltre, secondo lo studio The rotten apples of Brazil’s agribusiness, il 20% della soia e il 17% della carne bovina consumate in Europa potrebbero provenire da deforestazione illegale.

Ad oggi il 70% della carne per la produzione di bresaola IGP utilizza materia prima proveniente dal Sud America. Una delle principali aziende italiane di produzione di bresaola, Rigamonti, è direttamente collegata alla multinazionale della carne JBS, accusata di produrre su terreni disboscati illegalmente.

A settembre 2021 Animal Equality ha rilasciato la seconda inchiesta realizzata in Brasile – dopo quella in Amazzonia – nello stato del Mato Grosso per indagare sugli incendi nelle foreste del Pantanal e nella savana del Cerrado, raccogliendo interviste e testimonianze di coloro che sono in prima linea nella battaglia contro la deforestazione. Il reportage rivela che gli allevatori appiccano illegalmente incendi per ricavare terreni da destinare all’allevamento di bovini da carne e per piantagioni di soia, la maggior parte della quale viene esportata per essere utilizzata come mangime per gli animali negli allevamenti di tutto il mondo. Il video reportage che denuncia la deforestazione illegale dell’Amazzonia collegata all’industria della produzione di carne bovina è narrato dalla voce della cantautrice Giorgia.

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