Dorian Gray – Moonage Mantra, la recensione

I Dorian Gray, storica band attiva dagli anni ’90, questo anno è uscita con un disco veramente interessante: Moonage Mantra, un viaggio musicale riuscito, nel quale l’ascoltatore è catapultato in un universo multisensoriale alla scoperta dell’essenza più profonda dell’essere umano.

Il disco parte con Dimenticare Burroughs, dalle sonorità new wave, per passare con Forma e Apparenza in mondi elettronici un po’ più “dark”. Quasar vede la partecipazione di Blaine Reininger e proseguo il cammino nell’elettronica, mentre Resta a vederlo morire è più intima per pianoforte e voce. Kali Yuga sembra un pausa tra un ideale lato a e lato b. Voodoo Connection è quasi “aggressiva” ed è cantata in inglese. Crowded Brain dal sapore “inquieto” sembra essere influenzata dalle musicalità dei Depeche Mode.  Atacama Baby e Dreams Never Sleep, chiudono morbidamente il disco.

Voto complessivo: 7 1/2. Da comprare.

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