Peste Suina Africana, il punto della situazione

Il 1 dicembre il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Angelo Ferrari, è intervenuto all’incontro organizzato nell’ambito della 77a edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali a cui hanno partecipato Riccardo Crotti, Presidente Confagricoltura Lombardia; Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia; Rudy Milani, Presidente Sezione Suini di Confagricoltura e Gabriele Canali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e Piacenza.

Al centro degli interventi, il punto su mercati, consumi e genetica, con una attenzione particolare alla emergenza Peste Suina Africana.

La PSA è una grave malattia causata da un virus, complesso e particolarmente resistente, che infetta solo maiali, cinghiali e i loro ibridi, per i quali è spesso letale. Non esistono vaccini o terapie efficaci e anche per questo si diffonde velocemente.

La malattia non è trasmissibile all’uomo ma è causa di ingenti perdite economiche nel comparto suinicolo, con gravi ripercussioni anche sul commercio internazionale di animali vivi e dei loro prodotti. In Lombardia è presente il 49% del patrimonio suinicolo nazionale: è facile immaginare l’impatto che potrebbe avere questo virus sull’economia regionale e nazionale.

Ad oggi il comparto della trasformazione della carne suina perde circa 20 milioni di euro al mese per le limitazioni imposte all’import dai Paesi che non accettano la Regionalizzazione (ovvero da quei paesi che considerano pericolose anche le carni prodotte e trasformate in stabilimenti lontani dalle zone colpite), tra cui la Cina, che rappresenta un importante mercato per le carni suine italiane trasformate.

Nel caso in cui la PSA dovesse continuare a diffondersi e raggiungesse i grandi stabilimenti di trasformazione delle zone ad alta vocazione suinicola, il danno economico salirebbe fino a raggiungere i 60 milioni di euro al mese.

Il Commissario ha presentato le misure di prevenzione, controllo ed eradicazione messe in atto nelle zone colpite: recinzione dell’area, blocco delle attività rischio e abbattimento dei cinghiali. Per quanto riguarda l’ultimo punto, va precisato che in Zona di Restrizione I è prevista la possibilità di restituzione della preda previa analisi, mentre vige divieto totale di consumo delle carni cacciate in Zona di Restrizione II.

Per l’installazione delle recinzioni finalizzate al rallentamento dell’onda epidemica sono stati fino ad oggi stanziati 10 milioni di euro (circa 7 milioni per i lavori e 3 milioni per gli espropri), e ne sono già stati realizzati 105 chilometri dei 170 previsti. È stato recentemente appaltato il lotto a confine tra Piemonte e Lombardia e sono partiti i cantieri, anche grazie al cofinanziamento di Regione Lombardia, che ha contribuito con 1,5 milioni di euro ai lavori.

Tutti gli atti del Commissario Straordinario alla PSA sono conformi alle misure di prevenzione, controllo ed eradicazione che, a livello europeo, si sono dimostrate le uniche utili per la completa eradicazione della PSA: la Commissione Europea ha emanato linee guida scientifiche che definiscono i principi e i criteri con cui affrontare l’emergenza e individuano le misure concrete di approccio strategico al problema.

È sulla base di questi orientamenti tecnici molto pregnanti che il Commissario, su mandato del Governo, ha emanato le sue indicazioni che sono state recepite da tutte le Regioni, che hanno approvato i propri Piani Regionali di Interventi Urgenti: i PRIU prevedono azioni capillari di censimento e depopolamento dei selvatici e di applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti.

In particolare la strategia europea di depopolamento, ricerca attiva delle carcasse, campionamento, analisi, rimozione e distruzione delle stesse, è risultata, alla prova dei fatti, la più efficace per il contenimento e l’eradicazione della PSA.

Il Commissario Ferrari ha poi sottolineato l’importanza, per un territorio ancora indenne come quello lombardo, dell’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti e della corretta gestione dei rifiuti alimentari (un importante veicolo di trasmissione del virus), sia da parte delle amministrazioni locali che dei privati cittadini: la prevenzione è la chiave per tutelare il settore zootecnico suinicolo, di salvaguardare il settore agricolo, e più in generale l’economia di un’area dalla forte vocazione suinicola come quella lombarda.

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