Splice o il moderno Dr. Moreau

Una creatura entrata nel bestiario fantascientifico cinematografico… Il suo nome è Dren (interpretata da Delphine Chanéac), figlia del folle e audace esperimento di manipolazione genetica a opera di una coppia, nella vita e nel lavoro, di scienziati. Loro sono Clive Nicoli, interpretato da Adrien Brody (attore famoso per il ruolo del pianista ne “Il Pianista” (2002) di Roman Polanski e ora sempre più abitudinario del cinema di genere,) e Elsa Kast, interpretata da Sarah Polley (attrice canadese, debuttante bambina, nella pellicola di Terry Gilliam, Le Avventure del Barone di Munchausen (1988) e protagonista in Go – Una Notte da Dimenticare (1999) di Doug Liman, senza dimenticare L’Alba dei Morti Viventi (2004) di Zack Snyder e Mr. Nobody (2009) di Jaco Van Dormael), coppia molto affiatata e novelli Frankenstein che riesce nell’intento di modificare il DNA di diverse specie animali (come raccontato da H.G.Wells nel suo romanzo fantascientifico “L’isola del Dottor Moreau”,1895) per dar vita a nuove forme di vita. Ma quando decidono di fare quel passo che qualunque scienziato farebbe, ossia la sperimentazione umana, la casa farmaceutica che gli finanzia si tira indietro. Ciò non gli demoralizza, non ora che sono a un passo dalla consacrazione dei loro sforzi. Decidono di portare avanti l’esperimento, di nascosto: e così nasce Dren, una creatura che possiede una sola parte di DNA umano. E come in ogni buon esperimento clandestino che si rispetti qualcosa andrà storto e i due coniugi perderanno il controllo (se mai l’hanno avuto) su Dren, con drammatiche conseguenze. Splice (2009), ha finalmente consacrato il talento del regista canadese Vincenzo Natali, probabilmente sconosciuto ai più, ma che dimostrò di avere una particolare attitudine nel raccontare le fobie umane e nel tratteggiare la psicologia dei suoi personaggi nel lontano 1997, con il suo film di debutto, Cube – Il cubo (Cube). Un piccolo capolavoro che mischiava abilmente horror fantascientifico e thriller, narrando la storia di sei persone totalmente estranee tra di loro che si risvegliano all’interno di un cubo-prigione, a cui sono collegate altrettante stanze identiche e piene di trappole mortali. Nessuno di loro capisce o sa il perché della prigionia, l’unico modo è fuggire o almeno provarci. Vi ricorda qualcosa? Qualcuno ha detto Saw? Se al tempo, Internet fosse stato al livello di oggi, Natali sarebbe stato osannato (come accaduto per Neill Blomkamp). Natali tornò al cinema cinque anni dopo con Cypher (2002) e Nothing (2003), pellicole sempre con l’impronta sci-fi e fantasy. Prima di dedicarsi a Splice diresse il documentario Getting Gilliam (2005), sulla lavorazione del film Tideland (2005) di Terry Gilliam e uno dei corti (Quartier de la Madeleine) che andò a formare il film collettivo, Paris, Je T’aime (2006). Infine, complice anche Guillermo Del Toro che ha prodotto il film, realizza Splice, vincendo il premio per i migliori effetti speciali al Sitges Film Festival ’09, in cui era anche nominato come miglior film. Buona visione…

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