La scala INES o scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici

La scala INES o scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici (International Nuclear and radiological Event Scale) è stata sviluppata a partire dal 1989 dall’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, con lo scopo di classificare incidenti nucleari e radiologici e rendere immediatamente percepibile al pubblico, in maniera corretta, la gravità di incidenti di tipo nucleare o radiologico, senza fare riferimento a dati tecnici di più difficile comprensione. Si applica ad eventi associati al trasporto, deposito ed impiego di materiale o sorgenti radioattive, indipendentemente dall’accadere l’evento in un impianto industriale od all’esterno (per esempio durante il trasporto).

La scala INES comprende 7 livelli (più un livello 0 al di sotto della scala) ed è divisa in due parti: gli incidenti (dal 7º al 4º livello) e i guasti (dal 3º al 1º). Il livello 0 è catalogato come una deviazione. È una scala logaritmica ed il passaggio da un livello all’altro significa pertanto un aumento di danni di circa dieci volte.

La parte superiore della scala INES riguarda gli incidenti, ossia tutti gli eventi che producono danni significativi alle persone, all’ambiente o alle cose. Comprende i livelli che vanno dal 7º, che si riferisce a incidenti gravi, disastri nucleari, fino al 4º, per il quale le conseguenze sulle persone sono valutabili in assorbimento di dosi di radiazioni di alcuni millesimi di Sievert (mSv).

La parte inferiore riguarda i guasti ossia gli eventi che producono danni ritenuti di poco conto alle persone, all’ambiente o alle cose. Comprende i livelli che vanno dal 3º, eventi per i quali le conseguenze sulle persone sono valutabili in dosi assorbite di radiazioni piuttosto basse (decimi di mSv), fino al 1º livello, che classifica deviazioni dal normale regime di funzionamento di un impianto nucleare, con conseguenze considerate praticamente nulle per la popolazione e l’ambiente. Infine il livello 0 classifica eventi che non hanno alcuna rilevanza ai fini della sicurezza nucleare.

Per rendere percepibile al pubblico in maniera corretta la gravità di incidenti nucleari, la scala proposta presenta un andamento logaritmico piuttosto che lineare. Questo significa che in realtà la differenza di gravità fra due eventi separati ad esempio di 3 livelli, deve essere valutata di un fattore di ordine 10³ = 1000, piuttosto che un fattore 3.

Livello 7, incidente catastrofico

Rilascio all’esterno di un impianto di grandi dimensioni di ingenti quantità di materiale radioattivo (maggiori di 10 PBq equivalenti di iodio-131) in un’area molto vasta con conseguenti effetti acuti sulla salute della popolazione esposta e conseguenze gravi sull’ambiente.

Ad esempio:

  • Disastro di Chernobyl, Ucraina, URSS, 1986. Surriscaldamento, fino a fusione, del nocciolo di un reattore nucleare scarsamente protetto, esplosione (non nucleare) del reattore e rilascio in ambiente di materiale radioattivo.
  • Disastro di Fukushima Daiichi (reattori 1, 2, 3) a seguito del Terremoto di Sendai del 2011; inizialmente classificato con livello 4, al passare delle settimane è stato classificato con livello 5 e infine, a più di un mese dall’incidente, a seguito delle importanti perdite di radioattività, con livello 7.

Livello 6, incidente grave

Significativo rilascio all’esterno di materiale radioattivo, in quantità radiologicamente equivalente a valori compresi fra 1 e 10 PBq di iodio-131, tale da richiedere la completa attuazione di pianificate contromisure facenti parte di un piano di emergenza esterno al fine di limitare gravi effetti sulla salute della popolazione.

Ad esempio:

  • Incidente di Kyshtym, Mayak, Russia, URSS, 1957. Guasto al sistema di raffreddamento di un deposito di ritrattamento di materiale nucleare, surriscaldamento ed esplosione (non-nucleare) del deposito con rilascio in ambiente di materiale radioattivo.

Livello 5, incidente con possibili conseguenze all’esterno dell’impianto

Rilascio all’esterno di materiale radioattivo, in quantità radiologicamente equivalente ai valori compresi tra 100 e 1000 TBq, richiedente una parziale attuazione di pianificate contromisure. Danni gravi al nocciolo del reattore o alle barriere protettive.

Ad esempio:

  • incidente di Windscale (oggi Sellafield), Regno Unito, 1957.
  • Incidente di Three Mile Island, Stati Uniti, 1979. Danni seri al nocciolo del reattore nucleare e alle barriere di protezione radiologica.

Livello 4, incidente senza conseguenze significative all’esterno dell’impianto

Incidente con impatto esterno minore, con esposizione radiologica della popolazione circostante dell’ordine dei limiti prescritti. Danni significativi al nocciolo del reattore o alle barriere protettive. Esposizione di un lavoratore dell’impianto con conseguenze fatali.

Ad esempio:

  • Incidente all’impianto di ritrattamento di Windscale (oggi Sellafield), Regno Unito, 1973.
  • Incidente alla centrale nucleare di Saint-Laurent, Francia, 1980.

Livello 3, guasto grave

Evento con impatto esterno molto lieve, con esposizione radiologica della popolazione circostante inferiore ai limiti prescritti. Grave contaminazione all’interno dell’impianto e/o conseguenze acute sulla salute dei lavoratori dell’impianto.

Ad esempio:

  • Incidente all’impianto di Sellafield, Regno Unito, 2005.
  • Incidente all’impianto di Paks, Ungheria, 2003

Livello 2, guasto

Evento senza impatto esterno. Significativa contaminazione all’interno dell’impianto e/o sovraesposizione dei lavoratori dell’impianto.

Livello 1, anomalia

Anomalia che supera i livelli di sicurezza del normale regime operativo.

Livello 0, deviazione

Evento senza conseguenze sulla sicurezza.

(materiale tratto da wikipedia)

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