Serge Lutens e Marrakech, dove nascono i suoi profumi

Ama senza condizioni ”tutto Genet” o ancora ”Michel Foucault“… Coiffeur, truccatore, direttore artistico, fotografo, e poi profumiere, Serge Lutens ha diverse vite. Di una discrezione toccante arriva ad essere dolcemente ermetico. Da sempre a Marrakech, dove sta portando alla realtà un sogno durato una vita, un Museo del Profumo, ha lavorato nell’universo del lusso ed è stato anche il primo ad aprire un luogo, Il Salone del Palais Royal Shiseido a Parigi, interamente dedicato alla profumeria. In seguito furono imitazioni. Il Palais Royal Shiseido, ammette Lutens, resterà sempre  un luogo unico, un indirizzo prestigioso ma non snob. Lo snobismo è quello che detesta anche se, a volte, il lusso è assimilato allo snobismo e questo lo amareggia.  Il lusso non è mai una nozione fissa ma piuttosto il poter scegliere di andare a cena in un ristorante de luxe o, all’opposto, offrirsi il piacere e quindi il lusso di pranzare in una trattoria che si apprezza, dichiara  convinto Serge Lutens. Rimarca con fervore le sue idee accendendosi di passione: ”Io non amo l’idea secondo la quale la gente appartiene a delle caste, esecrabile poi la distinzione che molte persone fanno del lusso:  questo è lusso, questo non è lusso. Io penso che oggi una persona puo’ vivere tutto e essere libera da tutti i contratti marketing e da altre visioni commerciali o di immagine opprimenti. D’altronde il più delle volte vedo ricchi vestiti come dei poveracci”. La sua profumeria è  nata in Marocco e, nello stesso tempo, i suoi profumi non erano in vendita in Marocco. A quel punto divento’ indispensabile presentarli a Marrakech e fuori Marrakech. Dove se non al Mamounia, non c’era altra scelta. A rischio di ripetersi ha dichiarato alla stampa che non è stata una volontà, è stato cosi’, un fatto. La  Mamounia si è imposta al grande creatore di profumi e non viceversa. Questo Hôtel  fu il primo che conobbe arrivando a Marrakech, era il 1968 e dichiara : ”Una notte costava 60 dh, 6 euro circa,  vi immaginate ? A quell’epoca esistevano due Hôtel, il Mamounia e il Saadi.  Bisogna ammettere che il Mamounia è diventato ben altro, anche Marrakech è diventata un altra città e il valore reale del denaro è cambiato. Dico tutto questo senza nessuna nostalgia”. Creando il profumo Serge Lutens nel 2009 volle donarsi una pausa da tutto il resto, un volontariato d’orientalismo, come ama definire questo lavoro sul suo profumo. In una intervista che ebbi il piacere  di assistervi, per Marco Polo Channel, dichiaro’: ”Lavoro da molti anni sull’Eau Serge Lutens, non amo restare immobile in un posto ma piuttosto donare delle nuove voci, farle biforcare, o meglio, incrociarle e incastrarle. Poi, non ho voglia di essere l’uomo della profumeria, preferisco dire che metto la mia memoria in bottiglia”. L’olfatto secondo Lutens, non è mai isolato,. accompagna comunque tutti gli altri sensi; il naso è un valutatore della sensibilità e questa sensibilità è figlia di una stima che ognuno di noi da alla letteratura, all’arte, alle esperienze. Il naso soltanto, non è nulla, è un organo. La profumeria, come la scrittura, è un prodotto della sensibilità, lo scrittore come il profumiere, è qualcuno che racconta quello che ha vissuto, quello che ha sentito. L’ultima sua creatura si chiama “Bas de soie” ed è secondo Lutens il  principio stesso del dubbio. Inizio’ questo profumo partendo dal giacinto e arrivato ad un certo grado della fragranza cambio’ percorso. Il risultato non è stato quello che esattamente cercava e quindi riscrisse il “suo testo”. E’ stato il reincontro con il primo testo e la seconda impronta di iris che divenne il suo nuovo ”succo”. Un profumo estremamente sottile, un dubbio in essenza,  tenendo  a mente che Serge Lutens non ha molte certezze e non sono comunque il suo mondo, un mondo che valica il reale per mostrarsi nel suo spettacolare giardino che possiede nella Palmeraie di Marrakech, colmo di fiori, di piante rare, un oceano di profumi naturali che lo stimolano quotidianamente a creare e cercare il profumo perfetto, che dovrà essere la copia della sua anima e dei suoi pensieri, un ombra disegnata e racchiusa in un flacone profumato di vita.

Fonte: My Amazighen

 

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