Tabacco, giudice alla Corte di Giustizia: vietare le sigarette in Ue

Se è vietata la cannabis, che non ha mai ucciso nessuno, perché non vietare il tabacco che uccide solo in Europa 650mila persone ogni anno? Baudouin Hubaux, giudice del tribunale civile belga di Namur, si è rivolto alla Corte Europea di Giustizia perché vieti la vendita di tabacco in territorio europeo oppure obblighi fabbricanti e venditori a “indennizzare le vittime del tabagismo e le loro famiglie”: è quanto riporta il quotidiano belga La Derniere Heure.
A richiedere l’opinione del giudice era stato il fisco di Bruxelles, che reclamava dal Ministero della Difesa 2.800 euro di tasse per delle sigarette riportate dai militari in missione di pace in Albania e rivendute in territorio belga: Hubaux si è a questo punto chiesto quanto fosse normale che lo Stato prelevasse delle imposte su un prodotto la cui nocività è accertata, ed ha posto alcune questioni pregiudiziali alla Corte in merito alla conformità della vendita di tabacco con le convenzioni internazionali e i trattati dell’Ue.
“L’intervento piú radicale sarebbe evidentemente il puro e semplice divieto della vendita di sigarette sul territorio dell’Unione Europea, ma che purtroppo sembra utopico”, ha spiegato il magistrato, che propone quindi di instaurare una “presunzione legale di responsabilità” per i “fabbricanti, importatori, agenzie pubblicitarie e tabaccai”, che comprende l’obbligo di indennizzo delle vittime o dei loro familiari.
“Occorre essere criminalmente avidi per persistere nel volersi arricchire producendo e vendendo dei prodotti dei quali è riconosciuto l’effetto dannoso sulla salute: trattandosi di multinazionali del tabacco, è possibile parlare di crimini contro l’umanità”, ha concluso il giudice che ritiene “indispensabile” il parere della Corte. Una decisione in merito dovrebbe arrivare entro un anno mezzo, sempre che la Corte si dichiari competente in materia: in caso affermativo, la sentenza sarà valida su tutto il territorio dell’Unione europea.

fonte aduc

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.