Timidi tentativi di lotta al taglio illegale in Cambogia. Il tribunale provinciale di Koh Kong ha convocato due funzionari forestali – un ex ispettore marittimo e di un membro del personale forestale del Dipartimento nella provincia di Preah Sihanouk – per coinvolgimento nel taglio illegale.
In Cambogia i prelievi illegali sono stati pari ad almeno dieci volte quelli legali. Il giro di vite contro il taglio illegale annunciato dal Primo Ministro Hun Sen in gennaio non aveva portato ad arresti e nè a processi, malgrado le spettacolari azioni a Koh Kong e in altre province.
I funzionari del Dipartimento Foreste della provincia di Ratanakkiri, che nel frattempo anno iniziato a mettere all’asta il legname sequestrato, dovranno rendere conto del motivo per cui a nessuno dei 45 raid compiuti in quella provincia dall’inizio dell’anno è seguita una singola denuncia.
“Sono stati chiamati a comparire quattro funzionari, per sospetto di essere i mandanti del disboscamento illegale in complicità con diversi uomini d’affari,” ha detto giudice istruttore Bun Tuo. “Per quanto ne so, c’è un’indagine in corso su gravi crimini forestali commessi in aprile, e che coinvolge molte persone”, ha spiegato il direttore del tribunale Ma Huon Mony.
Un’operazione sul campo, ha aggiunto, aveva portato al sequestro di “centinaia di metri cubi di legno di lusso” e sette camion. Meas Sitha, vice direttore del Dipartimento provinciale Foreste, ha detto che i quattro funzionari erano stati chiamati a comparire in tribunale il 21 giugno. Kimsun Cheng, direttore dell’Amministrazione forestale, ha rifiutato di commentare, asserendo di essere in riunione.
A Ratanakkiri, i funzionari del Dipartimento Foreste della Provincia hanno richiesto il permesso di mettere all’asta legno sequestrato durante le incursioni di quest’anno, dicendo che consegneranno il ricavato al governo. “Sono state documentate 45 attività criminose in mesi di investigazioni, che hanno portato al sequestro di centinaia di metri cubi di legname- ha spiegato – Ma non abbiamo mai visto alcun commerciante di legname tratto in arresto”.
Pen Bonnar, coordinatore provinciale per il gruppo di diritti Adhoc, ha detto che la mancanza di azioni penali ha frustrato gli osservatori locali. “Ci abbatte sapere che le autorità locali e la magistratura, dopo una vistosa serie di azioni contro il taglio illegale, non siano riusciti ad arrestare nessuna delle persone potenti che lucrano col commercio illegale di legname,” spiega “Abbiamo accolto con favore le indagini e le irruzioni, ma se nessuno è sottoposto poi è chiamato alle proprie responsabilità, il discorso del premier non ha alcun senso”.
Toby Eastoe, di Flora and Fauna International presso il Cardamom Mountains Wildlife Sanctuary Project, e Fauna International, si è unito alla richiesta di azioni penali. “Sarebbe bello se fossero perseguiti davvero. Ogni volta che qualcuno viene denunciato, già sanno tutti che la passerà liscia – ha detto – Ovviamente il più i funzionari sono altolocati, e più è difficile perseguirli”. Anche se le investigazioni hanno “rimosso alcune figure chiave”, che non hanno portato ad una maggiore tutela delle foreste. Ma secondo Mark Gately, della Wildlife Conservation Society, le investigazioni sembrano aver intaccato l’operatività del taglio illegale a Mondulkiri. “Da quello che ho sentito dal team del nostro progetto, sembra essersi drasticamente ridotto il traffico di legname”.
Sok Sam Oeun, della associazione Cambodian Defenders Project, ha commentato che sarebbe stato compito dei funzionari forestali – e non i giudici – di arrestare i responsabili del taglio illegale.
L’articolo 96 della legge forestale 2002 indica che chi viene colto in pratiche di disboscamento illegale è soggetto a una multa da due a tre volte il valore di mercato del legname confiscato.
Fonte: http://www.salvaleforeste.it