Notte delle Candele di Vallerano

Notte delle Candele di ValleranoNono immancabile appuntamento con la Notte delle Candele di Vallerano che quest’anno, come da tradizione in programma l’ultimo sabato di agosto, vedrà accendere nel cuore del ridente borgo medievale della Tuscia oltre 100000 lumini che scenograferanno ogni via, vicolo, piazza, angolo e balcone.
Frutto della collaborazione dell’intera cittadinanza e progetto scaturito dall’Associazione culturale Piccole Serenate Notturne –  Notte delle Candele  che per gioco iniziò qualche anno fa a sperimentare il binomio della notte rischiarata da piccoli ceri con performance artistiche nelle piazze più caratteristiche del Paese, l’evento – organizzato insieme al Comune di Vallerano – ha registrato ultimamente sempre maggiori consensi da parte di pubblico, turisti stranieri e stampa (anche internazionale) da richiamare picchi sempre più allargati di persone, non solo dal territorio viterbese, ma da ogni parte d’Italia. Per contenere questi corposi e incessanti flussi – che tutta la notte di sabato 27 agosto si alterneranno per l’intero centro di Vallerano, sono stati quest’anno predisposti nuovi parcheggi e un servizio continuo di navette per trasportare gratuitamente ogni convenuto. 
Reduce dal successo della prima notte “gemellata” in Spagna, a Pals (in Catalogna), che colloca Vallerano in una dimensione internazionale che si allargherà prossimamente ad ulteriori borghi similari, La Notte delle Candele quest’anno proporrà il tema della “giungla” con animatori, maschere e danzatori all’ingresso del Paese che accoglieranno e interagiranno con gli ospiti in arrivo. Saranno poi ben 25 i gruppi che, in contemporanea, si alterneranno per l’intera notte in ogni suggestivo angolo valleranense: musica classica, jazz, brass ‘n roll, disco, electro-funk, etnica, folk, dj set e tanta pizzica a rallegrare una folla che già l’anno scorso ha raggiunto in poche ore le 20000 presenze.
Oltre al noto concorso fotografico, che quest’anno vedrà premiare sul tema “il colore” le migliori foto scattate nella notte delle candele (regolamento sul sito www.nottedellecandele.eu), una interessante novità è rappresentata da Astronomitaly, attività di Animazione Turistica Astronomica che si prefigge di attrarre nuovi flussi di visitatori attraverso attività innovative e rispettose della natura. In particolare, in un perfetto connubio caratterizzato dall’attenzione verso l’illuminazione sostenibile che favorisce la visione delle stelle sul territorio dei Monti Cimini (tra i luoghi più affascinanti ed ideali per osservare il cielo stellato nel Lazio), verranno proposte l’osservazione delle stelle, dei pianeti, della Luna e della Via Lattea con il telescopio e la guida di esperti. Nelle notti di Luna e di visibilità dei pianeti gli ospiti potranno scattare fotografie dal telescopio con il proprio smartphone. Lo spegnimento delle luci da parte della location potrà favorire notevolmente l’osservazione e avrà una risonanza mediatica a favore della sostenibilità ambientale.
La Notte delle Candele si rivela ancora una volta un appuntamento unico e di grande fascino: nella sua atmosfera intima e surreale con le fiammelle che esaltano i contorni degli archi, delle case e delle chiese, incorniciano le porte e le finestre seguendo i tratti di scalinate e vicoli, il pubblico verrà guidato in un percorso magico alla scoperta di un viaggio artistico tra suoni, immagini ed emozioni.
I biglietti, al democratico prezzo di 5 Euro, sono acquistabili sul posto o, per non fare file, online al sito www.nottedellecandele.eu

La notte delle Candele sostiene infine SOS Villaggi dei Bambini: l’intero ricavato della vendita dei gadget per accendere le candele sarà infatti devoluto a questa organizzazione internazionale in difesa dei diritti dei bambini (info su www.sositalia.it)

Sabato 27 agosto 2016

Centro storico di Vallerano (VT)

Apertura cancelli: ore 19

Ingresso: 5 Euro
biglietti acquistabili online al sito:
http://www.i-ticket.it/prevendita/index.php?cmd=event&event_id=1951)

Il programma della Notte delle candele 2016

Fabio Fenucci Jazz Quartet – Piazza Ospedale
Il chitarrista Fabio Fenucci, stimato strumentista e didatta, ha riunito in questa formazione il giovane contrabbassista Salvatore Guidi, con cui recentemente collabora e musicisti di vecchia data, come la pianista Cinzia Gizzi, titolare della cattedra di pianoforte jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la quale ha realizzato un interessante duo, apprezzato in varie situazioni musicali, e John Arnold, uno dei migliori batteristi della scena jazzistica italiana, che vanta importanti collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Il quartetto propone brani originali e pagine d’autore desuete, mirando alla
musicalità delle idee, alla ricerca del suono e all’interplay fra i musicisti.

Andrea Baldasserosi suona Hang – Via Ospedale
Suonatore di hang

Journey Elettric 5t – Largo S. Andrea
Cinque elementi dalla diversa estrazione musicale, professionisti del settore da molti anni, insegnanti e turnisti per importanti palcoscenici italiani, amici, riuniti da un’idea musicale, quella di Marcello Balena, sviluppatasi grazie all’accumularsi di anni d’esperienza in ambito jazz e sui palcoscenici italiani. Il Marcello Balena Electric Quintet ha dato vita ad un progetto musicale collettivo, diretto e orchestrato dalla composizione e produzione di Marcello Balena (Sax soprano, alto e tenore), che per vedere concretizzata la sua personale idea di viaggio musicale, si è affidato al contributo di Valter Vincenti (chitarra elettrica e acustica), Saverio Federici (batteria e percussioni), Antonio Lusi (basso elettrico e fretless), Cristian Pratofiorito (tastiere), Giacomo Anselmi (chitarra in “Summer Wind”).
“Journey” è sì un viaggio musicale entro cui Marcello Balena invita l’ascoltatore a lasciarsi guidare, ma è anche un viaggio alla riscoperta di una vita dedicata alla musica, partendo da radici jazz per sfociare poi in qualcosa di più vasto e inafferrabile. Un abbandono delle trame più intricate e sconnesse, per ritornare così alla melodia più pura e semplice, talvolta scanzonata, chiave di lettura principale per un album che pur sguazzando in acque che potrebbero essere riconosciute come chillout e lounge, si distacca volutamente dalla catalogazione jazz più stretta. Queste caratteristiche sono state anche uno dei punti di contatto più importanti con Smilax Publishing, che ha creduto nell’idea di Marcello Balena fin dall’ascolto dei primi provini. Dopo una pre-produzione presso i suoi Demotape Recording Studio di Orte, l’album è stato registrato tra il Groove Studio Recording (dove sono state registrate le batterie ed il basso) e gli studi privati dei musicisti che hanno partecipato al progetto. Successivamente l’album è stato trattato dalle più che sapienti mani di Francesco Luzzi, che ne ha curato Missaggio e Mastering dell’album presso lo studio Il Mulino Recording di Acquapendente. «L’incontro con Max Testa, pianista di Roma, trapiantato a Penna in Teverina, è stato illuminante e possiamo definirlo il punto di inizio di questo lavoro» racconta Marcello Balena «Max è venuto a registrare nel mio studio Demotape , abbiamo chiacchierato ed avuto modo di approfondire la nostra conoscenza ed avendo saputo che in realtà,sono un sassofonista e non un vero e proprio fonico, mi ha chiesto un assolo sul suo nuovo disco ed ha voluto ascoltare alcuni dei miei brani convincendomi a registrarli.»
Dopo la prima fase di registrazione preliminare, durante l’estate 2015 i brani sono passati al vaglio del live, occasione che ha confermato un’ottima ricezione da parte del pubblico, sia in contesti prettamente jazzistici, sia in ambiti esterni ad una categorizzazione musicale specifica. Questa è stata la spinta definitiva al concretizzarsi dell’album presentato lo scorso 13 dicembre presso il Teatro Spazio Fabbrica di Lugnano in Teverina, occasione speciale alla quale ha preso parte anche il chitarrista modenese Enrico Zanella. “Journey” è un album accessibile, diretto e carico di temi che difficilmente abbandonano la mente; è un disco che, come il titolo vuole, è un buon compagno di viaggio, personale e
sonoro, che accoglie nelle sue trame dense e fluttuanti e che, grazie alla perizia e alla maestria dei suoi interpreti, trasferisce in una dimensione parallela a quella quotidiana e traghetta in un emisfero sonoro che cammina con l’ascoltatore. 

Bamboo – Giardino comunale
Riescono a riprodurre il sound drum and bass suonando cartelli stradali e frullatori, il loro riferimento musicale sono i Radiohead, sono affini alle sperimentazioni degli Einsturzende Neubauten. Si chiamano Bamboo (i cinque musicisti romani formatisi nel laboratorio di strumenti extra-musicali di Luca Lobefaro e attivi dal 2008. Oggi presentano Acqua, il singolo contenuto nel dvd musicale What’s in the cube. Qual è la peculiarità dei Bamboo? «Ogni nostro brano è composto suonando oggetti al posto degli strumenti: bidoni, elettrodomestici, tubi in pvc, carta vetrata, giocattoli, acqua sono solo alcuni dei protagonisti del nostro show», spiega la band. Il tour di promozione del dvd ripropone le sperimentazioni sonore di What’s in the Cube, registrato «in una bellissima casa in campagna a forma di cubo. Da qui ci è venuta l’idea del titolo del dvd e del packaging riutilizzabile come scatola portaoggetti».
Curiosità nella curiosità, i Bamboo optano appunto per la pubblicazione di un dvd audio/video e non delle canoniche tracce audio, perché «siamo un gruppo da vedere, per essere capiti. Un ascoltatore potrebbe non cogliere l’origine di molti suoni se non vedesse con i propri occhi qual è lo strumento che li sta producendo. È un dvd girato in un ambiente familiare e tranquillo (ci hanno ispirato i Radiohead con il loro live From the Basement) proprio per dare allo spettatore il tempo e lo spazio giusto per capire cosa stiamo suonando».
Acqua è un brano introspettivo realizzato suonando ciotole d’acqua, chiavi inglesi, carta vetrata e quello che sembra un flauto elettronico. «Anche se flauto elettronico è un nome che rende molta più giustizia al suo suono, il nostro è un semplice tubo corrugato che apparteneva probabilmente allo scarico di una lavatrice. A seconda della pressione del soffio il suono cambia altezza e intensità».

Lingalad – Piazza  San Vittore
“La musica dei Lingalad assomiglia alla musica che potrebbe creare una foresta, o il sole crescente o una tempesta in avvicinamento […] Le parole corrette per descriverla non sono legate al suono, bensì alla vista: luci e ombre, aurora, brume e pioggia”
John Howe, Premio Oscar per la scenografia de Il Signore degli Anelli
Nel 2001 Giuseppe Festa fonda il gruppo musicale Lingalad, di cui è cantante e autore. Nel 2003 la band lombarda è invitata in Canada alla prima del film “Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re” di Peter Jackson, dove presenta l’album di esordio Voci dalla Terra di Mezzo, per il quale riceve apprezzamenti dalla stessa Priscilla Tolkien, figlia del Professore di Oxford.
Nel 2003 una nuova uscita discografica, Il Canto degli Alberi, un album strumentale dedicato ai luoghi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il cd si classifica al secondo posto al concorso nazionale promosso dalla TOAST RECORDS e viene premiato al Meeting delle Etichette Indipendenti (M.E.I.) di Faenza.
Nel 2005 i Lingalad presentano il cd Lo Spirito delle Foglie, che segna la discontinuità con l’immaginario tolkieniano. In questo album la band mette in musica i pensieri e le emozioni di piccoli e grandi elementi naturali, ribaltando la visione antropocentrica del reale. Nel 2008 la casa editrice Bastogi pubblica il libro-biografia La musica dei Lingalad: da Tolkien ai Segreti della Natura, curato dal giornalista Donato Zoppo.
Nel 2009 i Lingalad si classificano primi al concorso di Radio LIFE GATE ”Talenti per Natura” con il video della canzone Il Vecchio Lupo (regia di Francesco Piccioli, fotografia di Gigi Palumbo) che insieme ad altri video è contenuto nel dvd I Sentieri di Lingalad (2004).
Nel 2010 esce il cd La Locanda del Vento (Lizard Records) che racconta, in stile folk-rock, storie e leggende di un’Italia dimenticata. Nell’agosto dello stesso anno Giuseppe Festa è ospite della radio neozelandese RADIO LIVE intervistato dall’attore e conduttore Bruce Hopkins.
Nel 2012 Giuseppe Festa, in veste di viaggiatore-musicista, è il protagonista del film-documentario Oltre la frontiera, girato in Wyoming e Sud Dakota dalla Filmaker dei fratelli Piccioli. Il film è vincitore della 23° Rassegna Internazionale del Cinema di Rovereto, sezione Archeologia e Società. 
Nel 2013 Salani Editore pubblica il romanzo di Giuseppe Festa IL PASSAGGIO DELL’ORSO (Salani 2013, Mondadori Scuola 2014). Il libro viene recensito da Dacia Maraini con queste parole: “Un racconto bellissimo che celebra la natura e gli animali, senza venir meno al rispetto per gli uomini”. Nel 2014 esce il romanzo L’OMBRA DEL GATTOPARDO (Salani). Entrambi i libri di Festa vengono tradotti anche all’estero.
Nel 2015 i Lingalad pubblicano l’album CONFINI ARMONICI (Lizard Records), con testi ispirati ai libri di Giuseppe Festa “Il passaggio dell’orso” e “L’ombra del gattopardo”. Il video del singolo OCCHI D’AMBRA, per la regia di Mauro Cartapani, è finalista al Festival Internazionale SeeYouSound 2015. 
FORMAZIONE:
Giuseppe Festa (voce e flauti)
Giorgio Parato (batteria)
Claudio Morlotti (strumenti etnici dal 2000 al 2012)
Fabio Ardizzone (basso dal 2000 al 2012)
Andrea Denaro (strumenti etnici dal 2013)
Luca Pierpaoli (chitarra acustica)
Dario Canato (basso dal 2013)

Gisela Oliverio 4t – Piazza Casalino
Nata a Cordoba, Argentina, e trapiantata a Roma dal 2009, per seguire i corsi all’Accademia di Santa Cecilia (alla quale ha conseguito il diploma con successo), Gisela Oliverio è un’artista poliedrica e completa. Cantante, chitarrista e compositrice, si caratterizza per uno stile vocale duttile ed estremamente personale, capace di spaziare dal jazz più sperimentale alle suadenti note della bossa nova, sempre con un occhio di riguardo verso il calore ed il folklore della sua terra d’origine.
Ed è proprio all’Argentina che sarà dedicato il concerto del 24 marzo. In questa data, infatti, si celebra la commemorazione in onore delle vittime della cosiddetta Guerra Sporca: 30.000 ‘dissidenti politici’ che furono strappati alla vita e all’affetto delle loro famiglie nel periodo della dittatura militare di Jorge Videla e che sono, ad oggi, tristemente noti come desaparecidos.
Persone scomparse nel nulla, alle quali si è voluto negare per molto, troppo tempo, anche il beneficio del ricordo ed è proprio per questo che una serata del genere assume una fortissima valenza simbolica. Un’occasione per ridare voce a chi una voce non ce l’ha più, per raccontare e ricordare tutto l’orrore e la violenza di una delle più grandi tragedie del nostro secolo.

Lux Lucis – via dei granari
Candele di artigianato

Da Mimì a Ninì – Giardino centro storico
Mariella Spadavecchia soprano
Matteo Biscetti pianoforte

Simone Gamberi – Via Colle a frio
Nel 2014 concerti di apertura per 
NOBRAINO
PIERO PELU
MONICA HILL
MANNARINO
MODENA CITY RAMBLES
Nel 2015
Piu di 100 concerti in un anno  e il 13 esimo posto ottenuto alle selezioni di San Remo Giovani
Nel 2016 premio “miglior testo inedito” Roma assegnato dal cantautore Antonello Venditti Premio che verrà ritirato il 17 ottobre in diretta Rai 2

Folk in progress – Via Colle a frio
Dialogo tra i massimi Autori e noi. Musica d’autore originale

Squilibri un jeux sur les mains – Via caduti di Nassirya
Irene Croce
Acrobata –verticalista- acrobata aerea-danzatrice
Laureanda presso l’università di Roma La Sapienza in “Teatro e arti della Performance”.
Si è specializzata alla Flic “Scuola di formazione delle arti di circo” di Torino e in seguito all’ Espace Catastrophe, scuola di formazione delle arti di circo di Bruxelles.
Artista internazionale ha partecipato a produzioni televisive e teatrali e a numerosi festival nazionali e internazionali. Il suo spettacolo  è il continuo alternarsi di equilibri stabili e instabili, di un corpo che si muove nell’extra quotidiano, gioco di virtuosismi acrobatici e funambolici con un tavolo e una sedia, che diviene altro da sé, in un atmosfera irreale l’acrobata del circo si muove a mostrare cosa un corpo può, plasticità di movimenti  sospesi, in equilibri precari, espressione di una nuova dinamica, in cui il corpo supera il quotidiano muoversi, il circo per andare oltre il circo.

Il fuoco – Via Colle a sole
Spettacolo creativo con il fuoco

Africa Djembe – Piazza della Repubblica
In Senegal, la musica non è solo una questione di melodia…. Yela, Siko, Tama, Kora, Molo Balafon, Xalam, Cogoma, Djembe…. tutti questi strumenti tradizionali sono considerati sacri. Tutti hanno una storia. Tutti appartengono ad un’etnia. 
Il gruppo Africa Djembé suona un ritmo africano e tradizionale. Questo ritmo veicola l’insegnamento di una cultura dell’unione. Ogni suono di djembé e ogni passo di danza riporta ad una precisa suggestione e invita alla scoperta delle radici, della provenienza: l’isola di Gorée. 
L’isola di Gorée, situata a tre chilometri da Dakar, la capitale del Senegal, è stata dichiarata Patrimonio Storico dell’Umanità dall’UNESCO per conservare la memoria di un periodo vergognoso della storia dell’umanità. Gorée costituisce un simbolo della tratta degli schiavi nel continente africano. Ancora oggi, la maison des esclaves, costruzione che fu la sede di questo sinistro traffico, è conservata in buono stato e riceve la visita di migliaia di turisti, profondamente emozionati e scossi. Questa casa è circondata da costruzioni in stile coloniale. Gorée gode di una società aperta, connotata da uno spirito di rivincita, sia sul piano religioso che su quello politico. Una società in cui le diverse etnie vivono in perfetta armonia. Gorée simboleggia la memoria della schiavitù e della liberazione del popolo di un continente. 
Tuttavia, l’isola, oggi, non si contenta di perpetuare il passato, anche se un’atmosfera di altri tempi circonda il suo segreto. La calma della sua vita quotidiana, le sue stradine sabbiose, le gentilezza dei suoi abitanti, la bellezza delle costruzioni e delle abitazioni testimoniano il periodo coloniale. 
Il gruppo musicale “Africa Djembe” nasce nell’isola di Gorée, nel Senegal, dall’iniziativa del suo fondatore e direttore artistico Abdoulaye Sakou Kande con l’intento di fare rivivere le radici tradizionali più profonde del Paese e di tutta l’Africa Occidentale, in particolare della tradizione musicale Wolof e Mandinga. 
Nel 1997 successivamente alla registrazione del cd “Tambours de Gorèe”, il gruppo si trasferisce a Roma dove risiede attualmente. 
Africa Djembe, dotato esclusivamente di percussioni e con l’aiuto di variopinti costumi, propone i ritmi e le danze africane tradizionali. Le percussioni della tradizione Mandinga sono eventi di potenza e fatica, sono la festa e il ballo. Il concerto è un turbine di ritmi in crescendo che evoca e porta in palco l’Africa, non solo con ritmi e canti, ma anche con suoni che ricordano le distese sterminate della savana e le foreste verdi dei fiumi

Tamburellisti di Torre Paduli, la pizzicata di mezzanotte – Piazza della Repubblica
Il gruppo riprende la musica che guarisce i tarantati (i “morsicati” dal mitico ragno taranta) dalla malinconia e si ispira alle grandiose tradizioni del tamburello e della danza-scherma di Torrepaduli (Ruffano-Lecce), dove ogni anno (15 agosto) rivive una cultura antichissima legata al Santuario di San Rocco. Il successo dei Tamburellisti, alla fine, contribuisce persino alla nuova vertiginosa crescita della festa di San Rocco. I Tamburellisti di Torrepaduli vantano la collaborazione di Paolo Pellegrino, docente di estetica, e di Antonio Anchora, ambasciatore dell’ellenismo nel mondo. Recuperano anche il gricodella cosiddetta Grecìa salentina, lingua sopravvissuta dopo la colonizzazione magnogreca e la dominazione bizantina, cantandone alcuni brani significativi e scrivendone di nuovi. Ma tutto il Salento può essere considerato culturalmente greco ed è proprio la pizzica pizzica che, di per se stessa, per la sua struttura e per le sue funzioni, incarna le antiche concezioni elleniche. Anche Torrepaduli vanta ben definite origini greco-bizantine. Così l’arte dei Tamburellisti, nonostante manifesti una collocazione contemporanea, che De Giorgi rivendica decisamente, ha un sapore greco: danzatori e musicisti paiono davvero satiri e menadi di un tiaso dionisiaco. Il canto, che unisce autentica poesia e buone vibrazioni musicali, non è diverso da quello degli aedi.

Veeblefetzer – Largo Trento
Brass’n’Roll
Un attitudine musicale globalista e fuori dagli schemi, quasi che una linea immaginaria ma in
fondo tangibile possa unire echi di dub tra le baracche di Kingston a sprazzi di puro rock’n’roll, un funerale a New Orleans a un matrimonio gypsy nelle campagne di Sarajevo. Le chitarre pastose in bilico tra reggae e manouche si mescolano con l’energico calore dei fiati e il
marchingegno ritmico fatto di tamburi e macchine da scrivere. Le basse frequenze sono tutte
affidate all’andamento gradasso e rubicondo del sousafono, un basso tuba da parata. La
strumentazione degna di una piccola orchestrina protopunk rende il timbro dei brani decisamente riconoscibile e originale. Il cantato è in inglese. Le liriche raccontano di viaggi, tumulti e stortezze della vita, scritte dal frontman Andrea ‘Mondo Cane’ Cota, irrefrenabile musicista nonché dj e conduttore radiofonico.
I Veeblefetzer continuano la loro incessante attività live che li ha già visti calcare i palchi dei principali club e festival italiani e di mezza Europa tra cui il Boomtown Fair (UK), il festival più incredibile mai visto, il Musikclub Open Air in Austria, l’Ariano Folk Festival (AV) e il Live Rock Festival (SI) condividendo il palco tra gli altri con The Bluebeaters, Raiz & Almamegretta, [dunkelbunt] & the secret swing society, Slamboree, The Electric Swing Circus, Dirty Honkers, Monaci del Surf.

Animals – Piazza della Repubblica
Teatro di figuranti jungle

Starlight dance party – Piazza Padella
Area disco

Black Mamba – Viale Trieste
Band rock al femminile di Viterbo che ripropone, conferendogli un tocco di originalità nell’interpretazione e arrangiamento, i singoli e classici dagli anni 80 ad oggi, dagli AC/DC, Guns ‘n’ Roses, dai Rage against the machine ai Guano Apes, Foo Fighters, Audioslave, Muse.. LINE UP
Marta Iacoponi – Voce  
Irma Mirtilla – Chitarra e voce
Cecilia Nappo – Basso
Federico Maragoni – Batteria

Dj Guerrino e Lucianino
Dj 

Astronomitaly
Il territorio dei Monti Cimini è uno dei luoghi più affascinanti ed ideali per osservare il cielo stellato nel Lazio. Le nostre attività di Animazione Turistica Astronomica sono perfette per attrarre nuovi flussi di visitatori attraverso attività innovative e rispettose della natura.
Astronomitaly si propone quale partner d’eccellenza per la “Notte delle Candele” in un connubio perfetto caratterizzato dall’attenzione verso l’illuminazione sostenibile che favorisce la visione delle stelle. In occasione della Notte delle Candele proponiamo “Un salto fra le stelle”.
In particolare potranno essere realizzate le seguenti sessioni/attività:
1. Osservazione delle Stelle con i Telescopi: osservazione delle stelle, dei pianeti, della Luna
e della Via Lattea con il telescopio e la guida dei nostri esperti. Nelle notti di Luna e di visibilità
dei pianeti gli ospiti potranno scattare fotografie dal telescopio con il proprio smartphone. Lo
spegnimento delle luci da parte della location potrà favorire notevolmente l’osservazione e avrà una risonanza mediatica a favore della sostenibilità ambientale.

Armakà animation
Animazione bambini itinerante

Just FM Dixie
Stret band dixie New Orleans

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.