Conosciamo meglio Alessandro Fedrigo e il suo ultimo lavoro “Onda M”, l’intervista

Iniziamo con una domanda provocatoria. Per quale motivo il nostro pubblico dovrebbe ascoltare “Onda M”?
L’unico motivo per cui il pubblico di Mondoraro dovrebbe ascoltare questo album è per curiosità. Se un ascoltatore non è curioso ma cerca rassicurazione, cerca un album perfetto per andare in palestra o per una cena romantica o per studiare senza essere disturbato è meglio che non inizi nemmeno. Il motivo che mi spinge a fare musica è la necessità di soprendermi, di creare mondi sonori nuovi (almeno per me), di cercare nuove suggestioni e nuovi equilibri, non sono certo di riuscire, anzi probbabilmente fallisco spesso, comunque il tentativo c’è. Ecco se l’ascoltatore vorrà fare questo tentativo, anche solo per 30 secondi del primo pezzo gli sarò grato.

In cosa consiste il tuo processo creativo?
Sono un improvvisatore, amo la sorpresa, l’errore, l’inaspettato. Non mi interessa controllare il materiale sonoro con precisione. Metto insieme dei materiali elementi sonori che intuitivamente mi colpiscono, ci improvviso e, se il mondo sonoro che ho creato mi sembra interessante, li attraverso con il mio basso elettrico. Il mio obbiettivo è quello di creare un ambiente sonoro di cui ho riconosciuto nel tempo alcune caratteristiche, lo definirei instabile e antigravitazionale, un luogo dove saltino le convenzioni musicali e ci si debba confrontare con una lingua nuova.

Qual è l’ostacolo più grande che ti sei trovato ad affrontare durante il tuo percorso artistico?
Il fatto che la mia ricerca sonora non venisse compresa, oppure non fosse ritenuta interessante o valida. E questo ovviamente produce incertezza riguardo al percorso da fare, e scoraggia. Poi di solito accade che arrivi qualche piccola fonte di energia positiva che ti invita a proseguire, e dunque si procede.

Ti ricordi ancora cosa ti ha fatto appassionare alla musica e avvicinare ad essa anche come artista?
Ricordo che avevo 16 anni e di notte in televisione trasmettevano i concerti registrati l’estate prima a Umbria Jazz, vidi il concerto del gruppo di Miles Davis del 1985 credo, con John Scofield, Bob Berg e Darryl Jones e per le mie orecchie del tempo quella musica era molto misteriosa, non capivo la logica, ma la trovavo molto affascinante e misteriosa. Dunque tutto il mio percorso pertì da lì.

Canti sotto la doccia?
Sì.

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