Cassio, musica sincera e schietta. L’intervista

CASSIO, con i precedenti brani “Nerodita” – una lettera sincera e diretta al suo babbo scritta con cinismo tossico e distaccato – e “Sparo” – canzone con cui prova a darsi un po’ di tregua suggerendo di concedersi un po’ di indulgenza e un po’ di pace – ci ha mostrato la sua scrittura schietta e terribilmente sincera, con cui si mette completamente a nudo senza timore di essere giudicato per quello che è stato e che è. La sfera familiare è un punto fermo nella scrittura e composizione di CASSIO, un luogo da cui si è allontanato a volte in passato, ma che è colonna portante della sua esistenza. La nuova traccia “Nonna” è un omaggio alla nonna defunta a causa di una malattia degenerativa, di cui sente tremendamente la mancanza e alla quale sono legati tanti momenti.
Il ricordo della voce della nonna e la rabbia per la malattia che se l’è portata via e che le ha fatto dimenticare tutto nei suoi ultimi anni di vita; il rimpianto per i discorsi mancati e le assenze ai pranzi domenicali.
CASSIO ancora una volta ci mette di fronte a esperienze personali che ci pungono nei nostri punti più deboli e fanno riaffiorare in tutti noi rimpianti, malinconie e frustrazioni.
Ecco cosa ci ha raccontato!

Quale motivo potrebbe spingere il nostro pubblico ad ascoltarti?
Non sono bravo a vendere quello che faccio, per la verità quando parlo di me mi vergogno quasi sempre. Immagino che ci vorrebbe un’esca catchy, ma al momento sono un pò a corto.

Qual è il problema più grande che ti sei trovato ad affrontare durante il tuo percorso artistico? E com’è andata?
Un problema gigante è essere come sono fatto.
Ma il problema più grande è il meccanismo del gioco della musica.
È convincere qualcuno che conta a combattere per la qualità invece che per gli ascolti.

C’è qualcuno che ti ha ispirato a fare musica?
Più o meno tutta la scena punk da quando esiste la scena punk.

E che cosa cambieresti della scena musicale italiana?
Cambierei il sound. Il sound della scena musicale italiana è terribile, di plastica. Non si riesce ad essere cattivi e non si riesce ad osare.
Mai.

Canti sotto la doccia?
Certo che lo faccio, ma sottovoce perchè in realtà mi vergogno.

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