Conosciamo Lorenzo Santangelo, l’intervista

Cosa ti ha fatto appassionare alla musica?
Ero all’asilo, avevo 4 anni, e la maestra fece notare ai miei genitori che quando si cantavano le canzoncine in gruppo, io invece di stare con loro mi mettevo in disparte con una tastierina giocattolo e le rifacevo ad orecchio. Non ho ricordi di me senza musica, è stato tutto molto naturale.

Chi ti ha ispirato a fare musica?
Non credo ci sia stato qualcuno in particolare, in famiglia non ci sono musicisti. Però a casa l’amore per la musica non è mai mancato.

Come descriveresti la musica che di solito crei?
Direi vera. Ovviamente può piacere o non piacere, ma credo che nessuno possa dire che non sia sincera. Non vado dietro alle mode e cerco di non copiare mai nessuno, creando un mio mondo.

Puoi raccontarmi il tuo processo creativo?
Cambia sempre, a volte inizio dalla melodia, altre volte dall’armonia, altre ancora dal testo, a volte dal piano e altre dalla chitarra. Spesso una canzone nasce di getto, spontanea, tutta insieme, parole e musica. Ma cerco sempre nuove strade per provare a non ripetermi.

Con chi ti piacerebbe di più collaborare?
Come potete immaginare sono tanti, stimo moltissimo tanti artisti. Ma se te ne devo dire uno dico Caparezza. Ho avuto modo di intervistarlo una volta (perché io faccio anche radio) e quella chiacchierata di mezz’ora mi ha confermato quello che ho sempre pensato di lui. È un artista speciale e unico, apparentemente lontano dal mio stile ma in realtà no.

Qual è il messaggio che vorresti dare con la tua musica?
Cerco di evitare messaggi, non sono nessuno. Semmai faccio delle fotografie del momento, storico e culturale, e mi fa piacere se fanno riflettere.

Perché il nostro pubblico deve ascoltare la tua musica ?
Perché sono un cantautore e il cantautorato va salvato. Non parlo necessariamente di me, ma ci sono tanti bravissimi colleghi che non riescono a farsi ascoltare. Il mainstream ci evita da decenni, e anche le case discografiche medie ormai hanno paura di investire su un cantautore. Per me è una follia. Il cantautorato è un’eccellenza mondiale e ha fatto tanto, ma tanto bene alla musica italiana e a tutto il Paese. Io vi ringrazio perché date spazio a me e a quelli come me. Nessuno mi ascolterà, ma il mio è un appello a chi comanda nella musica oggi in Italia: svegliatevi, state buttando soldi su canzoni e artisti di plastica che dopo 3 canzoni si sciolgono, e lo state facendo da anni. E infatti i risultati si vedono, la musica è in crisi da tempo ed è inutile dare la colpa alla pandemia. I responsabili sono altri.

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