Intervista al cantautore trevigiano GHIACCIO: Un giorno tutto questo ci farà ridere

Parlami del tuo cd
Si intitola “Un giorno tutto questo ci farà ridere” ed è il mio primo album. Riassume il percorso umano che mi ha traghettato dal mondo della gioventù a quello della vita adulta, o per lo meno più responsabilizzata. È un disco in cui racconto le mie debolezze, le difficoltà ma anche la speranza di sentirsi un giorno compresi e completi. Dal punto di vista musicale invece raccoglie le canzoni che ho composto tra il 2019 e il 2020, anno in cui ho dato il via al mio progetto Ghiaccio dopo diversi anni in band.
Come descriveresti la musica che di solito crei?
Glaciale e onirica. Mi sono sempre piaciute le atmosfere sognanti, le canzoni piene di delay e riverberi, in cui lo spazio prende vita. Questo anche se la mia formazione musicale è prevalentemente nell’ambito rock. Credo di aver finalmente unito queste due anime con questo progetto.
Puoi raccontarmi il tuo processo creativo?
Cerco sempre di sperimentare approcci nuovi, ma spesso parte tutto dalla musica. Nasco chitarrista e quindi di solito imbraccio una chitarra per trovare ispirazione, anche se non necessariamente. Se la miccia si accende, poco dopo nasce la melodia e di conseguenza il testo.

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
In questo momento il mio pezzo che mi piace suonare di più è “In solitudine”. Però dipende da quale tipo di live set stiamo parlando. Al momento sto preparando dei concerti in acustico, e quello che mi piace di questo brano è che pur avendo avuto una genesi lontanissima dal mondo acustico sia riuscito a prendere una nuova vita suonato solo con una chitarra e un violoncello.

Qual è il problema più grande nel quale ti sei mai trovato, nel tuo percorso artistico?
Penso sia facilmente la pubblicazione di un disco solista nel bel mezzo di una pandemia. Per come va la musica al giorno d’oggi fare proposte alternative ed essere considerati dal pubblico sembra davvero difficile, almeno in Italia. Era un fenomeno già in corso, ma credo che il Covid l’abbia esacerbato. Questa considerazione ha messo a dura prova la mia motivazione, ma ne sono uscito con delle certezze in più. Ho capito che il mio rapporto con la musica va al di là della voglia di affermarsi e farsi conoscere, ma è prima di tutto un modo per sentirmi libero e vivo. È una presa di coscienza che ha richiesto un bel reset mentale.

Perché il nostro pubblico deve ascoltare la tua musica?
Perché sarà la cosa più originale che ascolteranno oggi! Scherzi a parte, ho messo il cuore per creare questo disco e credo che si senta, per cui il mio invito è quello di dargli una chance e farsi un viaggio di mezz’ora abbondante che spero passa lasciarvi una bella sensazione addosso.

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