Nove, “la musica è una sorella”. L’intervista

Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
C’è stato sicuramente un evento preciso.
All’età di cinque anni, alla scuola materna, delle maestre ci parlarono dello Zecchino d’Oro.
Quel giorno tornai a casa e i miei genitori, mi hanno poi raccontato, che gli dissi di voler andare anch’io a cantare “lì”. Mi iscrissero poi alle selezioni e, con tutta l’ingenuità possibile, arrivai fino all’Antonino di Bologna. Da lì la musica non l’ho più lasciata.

Cos’è la musica per te?
E’ una sorella, una costante nella mia vita. E’ sicuramente l’amore più sincero che ci possa essere. Mi capita anche di litigarci ma alla fine non ne posso farne a meno e, tra l’altro, è l’unica che mi sopporta e supporta 365 giorni l’anno, sette giorni su sette.
Fare musica, scrivere, ascoltarla è sicuramente un’esigenza.

Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Ne ho parlato con dei miei amici musicisti giusto qualche giorno fa.
Tendenzialmente un musicista ascolta prima la musica e poi collega il testo mentre un’ascoltatore medio, non essendo “distratto” da tutto ciò che succede armonicamente, si dedica all’ascolto del testo.
Per me, da cantautrice, ovviamente il testo è fondamentale e prioritario, tutte le mie canzoni partono dalla scrittura, ma è altresì importante cucirci poi addosso il vestito… la musica più giusta.

Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Ho tanti obbiettivi e ovviamente cerco e desidero sempre arrivare a raggiungere nuove mete.
Penso che chi faccia questo mestiere non possa adagiarsi perché è una continua evoluzione.
Finisci un progetto e già nella tua testa ce n’è un altro.
Sicuramente, un mio grande sogno nel cassetto, è quello di calcare il palco di Sanremo.
Sono cresciuta guardando il festival e da genovese l’ho sempre visto come “vicino di casa” quindi quello sarebbe un traguardo molto grande e importante.

Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?
‘Saturno’ il mio primo Ep, nasce in “solitudine”. Tra la mia camera e il mio studietto con, sempre affianco, il mio quaderno e la mia tastiera.
Nasce dalla voglia di buttare fuori le mie paure, i miei dubbi, l’insicurezza che spesso tengo nascosta.
Saturno è il pianeta che ci mette quasi trent’anni a compiere una rivoluzione attorno al sole ed è stata un pò anche la mia stessa sorte.

Perchè i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica?

Sono pessima a “vendermi”.
Posso dirvi di ascoltare il mio Ep perché è un piccolo viaggio verso “l’indipendenza” e il volersi bene. Alcune persone che l’hanno già ascoltato mi hanno scritto che alla fine si sono sentite meno solo o più propositive. Questo è stato per me uno dei feed più belli quindi mi auguro che chi lo ascolterà in futuro possa queste o altre emozioni e/o stimoli altrettanto belli.

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