Conosciamo Ianez: quando la musica è ossigeno, vita, speranza

Cosa ti ha spinto verso la musica e cosa ti ispira nella realizzazione di una canzone?
A spingermi verso la musica è stata la “musica”. È qualcosa di innato che non so spiegare bene ma è come cercare di spiegare cosa ci spinge a vivere. Posso dire che è di fondamentale importanza la necessità di esprimere un punto di vista e renderlo fruibile. Ad ispirarmi è ciò che mi circonda, la società, il mondo, la gente, ciò che mi piace e ciò che mi fa male.

Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico e di come sei arrivato alle collaborazioni con Lorenzo D’annunzio e Fabio Tumini..
Nasco metallaro, come tanti alla fine degli anni 90 per poi spostarmi attraverso varie formazioni in generi meno estremi che mi hanno dato modo di comunicare con una fetta di pubblico più vasta. Il punto di svolta sono i “Renè Golconda” ed il brano “Eri Distratta” arrangiato da Gigi De Rienzo bassista dei Napoli Centrale. Lollo (Lorenzo) è il mio “collaboratore musicale” ormai da qualche anno, siamo amici e ci troviamo bene. Fabio con la sua etichetta Satellite Rec è sempre un amico ed è ciò che mancava alla realizzazione del progetto. Ci siamo confrontati, abbiamo buttato giù le prime idee e abbiamo visto che assieme si poteva fare qualcosa di bello. La musica fa delle magie.

Cos’è la musica per te e cos’è una canzone per Ianez?
La musica è ossigeno, vita, speranza e una canzone è il riassunto di un’esperienza tradotto in note, armonia e parole nello spazio dell’immediatezza.

Parliamo della tua ultima fatica, “Blu”, come nasce?
Blu nasce da una base di Fabio, in questo brano Lorenzo veste i panni del produttore esecutivo pur essendo un bravissimo bassista. In quel periodo era nata la polemica sulla liberazione Silvia Romano, gli insulti, il disprezzo, l’incomprensione vomitata sui social, la rabbia fine a se stessa, la più bassa miseria umana era palpabile. Il testo è nato in brevissimo tempo ed è rivolto ai “buoni” a quelli che probabilmente non rendendosene neanche conto sono il carburante, la “giustificazione” della violenza, con i loro “però” fuori posto sono un ostacolo al progresso sociale.

Perchè i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica e quali sono le tre canzoni che hai finora pubblicato e che potrebbero essere un tuo biglietto da visita?
Dovrebbero ascoltarla perché all’interno dei brani, anche quelli più leggeri c’è un messaggio nascosto e poi credo siano delle belle canzoni che non rubano tempo all’ascoltatore.
Il progetto Ianez parte con “siamo stati noi” un brano intimo, elettronico, dissonante, per alcuni aspetti forse anche “sbagliato” ma io amo le cose sbagliate. Poi c’è “Piscina-anche il mare si scorda di te” una canzone estiva fondamentalmente, con i suoni giusti e un sax che richiama le atmosfere anni 80 che tanto ci piacciono. “Figli delle sberle” e qui il titolo dice un po’ tutto. Un brano divertente sulla ciclicità del conflitto generazionale e “Blu” che può essere considerata la nostra “perla” una denuncia dolce, una canzone che parla di violenza senza essere violenta e le ragazze del video descrivono perfettamente il concetto espresso in modo ermetico nel testo. Blu in realtà è il quarto brano.

Grazie di tutto, Ianez.
Grazie a te.

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