Partiamo dalle vostre origini artistiche,quando avete iniziato a interessarvi alla musica?
Per noi la musica ha avuto da sempre un ruolo fondamentale. Prima che formassimo la band ognuno di noi viveva la propria realtà musicale e seguiva un suo stile, chi approcciava suonando punk, chi metal o rock. Il desiderio di fare musica è stato il motivo per cui anni addietro imparammo a suonare uno strumento.

Raccontateci un po’ del vostro percorso artistico.
Da principio il progetto prevedeva uno stile molto aggressivo, ispirato all’hard-rock e al punk, con influenze metal e l’adozione di testi in lingua inglese. Dopo i primi brani, però, è nato in noi il desiderio di connettere con il pubblico italiano, da qui il cambio di lingua, pur sempre mantenendo le medesime sonorità. Solo adottando la nostra lingua madre potevamo comunicare in maniera esauriente il nostro pensiero. Dopo due demo su queste sonorità, abbiamo avuto un cambiamento notevole nel nostro sound una volta entrati in contatto con la nostra attuale etichetta discografica Alka Record Label grazie anche a Massimiliano Lambertini. Per quanto il nostro messaggio avesse valore, lo stavamo esprimendo emulando i nostri idoli, piuttosto che essere originali. Da qui lo stile si addolcisce, diventando meno tagliente e più contemporaneo con l’introduzione di suoni synth che ci hanno permesso di allargare i nostri orizzonti e fare progressi nelle nostre sonorità, contribuendo in maniera considerevole alla maturità dei nostri brani e dei nostri testi e stile di scrittura. Passiamo da uno stile prosaico e diretto ad uno più poetico ed allegorico. Senza dubbio i nostri punti di riferimento sono gli artisti che hanno osato apportare cambiamenti nel panorama musicale, ma sarebbe assurdo nominarli tutti. Ascoltiamo tutto ciò da cui si può imparare e spaziamo dall’elettronica dura da rave, al rock in tutte le sue sfumature, dalla classica al pop.

Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per una band?
Stile e identà sono importanti e anche molto gratificanti. Essere riconoscibili attraverso quello che si fa è un po’ come aver ottenuto un brevetto. Oltretutto la ricerca di una propria identità spinge a fare sempre meglio, a osare e incoraggia l’innovazione.

Quali sono i vostri punti di riferimento?
Musicalmente, senza dubbio i nostri punti di riferimento sono gli artisti che hanno osato apportare cambiamenti nel panorama musicale, ma si tratterebbe di un lungo elenco. Ascoltiamo tutto ciò da cui si può imparare e spaziamo dall’elettronica dura da rave, al rock in tutte le sue sfumature, dalla classica al pop al funky.

Cos’è la musica per voi?
La musica, oltre ad essere una passione innata e il canale con cui ci esprimiamo al meglio, è un bisogno che è sempre esistito e lo sarà sempre. Per noi la musica è anche speranza, e grazie alla sua catarticità è un rifugio dove trovare sollievo ogni volta che la vita colpisce con tutta la sua veemenza.

Cosa provate quando siete su un palco?
Sul palco troviamo un senso di appartenenza. Certo, il timore dell’errore è sempre presente, emozione, questa, che svanisce non appena le corde cominciano a vibrare e si trasforma in adrenalina. Il palco è il nostro esame, è la prova finale. E’ il posto in cui sveliamo le nostre carte per cercare di trasmettere quanto più possibile.

Quanto conta per voi il testo di una canzone rispetto alla musica?
Il testo è il messaggio e la musica è la chiave per comprenderlo poichè è la proiezione dello stato d’animo dell’artista. Le due cose dovrebbero correre parallelamente, se i due fattori non coincidono c’è il rischio che il messaggio non venga recepito nella sua completezza.

Tra le vostre esperienze e partecipazioni, quali ricordate con soddisfazione?
Non potremmo mai dimenticare una serata di circa tre anni fa in un locale di Roma in zona Trastevere, era un’inaugurazione e dopo solo un brano dall’inizio del live ci ritrovammo a suonare senza microfoni e monitor, poichè questi ci salutarono con una bella fumata bianca. Continuammo goliardicamente anche se nessuno sentiva l’altro. Ma lo spettacolo fu molto divertente e inaspettatamente riuscito, anche se poi siamo rimasti senza cantante per un paio di giorni perchè aveva perso la voce.

Cosa ne pensano i vostri amici e familiari della scelta di intraprendere questa strada?
La nostra fortuna è quella di essere sempre stati appoggiati dalle persone più vicine a noi, sia parenti che amici hanno sempre creduto nelle nostre capacità e ci hanno sempre sostenuto e incoraggiato. Per noi questa è stata una cosa importante e l’interesse che hanno dimostrato nei riguardi del nostro progetto ha contribuito alla nostra crescita artistica e li ringrazieremo sempre per questo.

Avete un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
La nostra più alta aspirazione è provare quella gioia e fierezza nel sentire le persone cantare i nostri brani. Ci impegnamo al fine di raggiungere più persone possibile allo scopo di far conoscere la nostra visione della realtà e la speranza è quella di non cadere mai nel banale.

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.