Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico…
Sono cresciuto musicalmente suonando il pianoforte e prendendo lezioni fin da quando avevo 8 anni e questa è stata la mia grande fortuna. Quando smisi, circa a 16 anni, di prendere lezioni di piano decisi di continuare la mia formazione musicale iniziando a studiare canto e fu quello il momento in cui cominciai anche a comporre le mie prime melodie e scrivere i miei primi testi. Scrivevo molto per esigenza personale inizialmente e solo col tempo capii che questa era la strada professionale che volevo intraprendere. A 19 anni iniziai a lavorare alla pubblicazione del mio primo singolo e da lì è stato un continuo progredire e crescere sia come persona che come artista, che mi ha portato a pubblicare vari singoli fino all’ultimo uscito, per l’appunto, Sottozero.

Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Innanzitutto è fondamentale avere un’identità artistica precisa per distinguersi e farsi notare in un ambiente molto competitivo come quello della discografia; in secondo luogo è fondamentale per essere riconoscibili dal pubblico, quando passano un tuo pezzo in radio o su qualsiasi altra piattaforma e l’ascoltatore può capire da subito che quella è una tua canzone, stai già un bel passo avanti, perché poi per quell’ascoltatore sarà facile andarti a riascoltare se ne avesse voglia; infine in terzo luogo credo che a livello di coerenza e identificazione di sé sia fondamentale sapersi inquadrare e definire dal punto di vista artistico, la consapevolezza di ciò che si è, è il primo passo per crescere e migliorare.

Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?
Sottozero è stato ispirato dal ricordo di alcune situazioni ed immagini trascorse insieme ad una ragazza, precisamente ho scritto ripensando al momento in cui capii che la relazione con lei stava per finire, nonostante ancora ci si volesse un gran bene e ci stava affetto, probabilmente avevamo già realizzato entrambi che qualcosa si fosse spezzato. Attraverso questo brano ho ripercorso gli ultimi momenti vissuti insieme a lei, ed è un ricordo dolce ed amaro allo stesso tempo. Scrissi questo brano un pomeriggio con il piano, in camera mia, e ricordo che impiegai poche ore per terminare di scriverlo. Trovai ispirazione proprio attraverso la melodia del pianoforte, come spesso mi capita, e le parole sopra essa vennero spontanee. È uno dei brani che mi è stato più facile scrivere, musica e testo hanno preso forma sin da subito, e quando ciò accade è una soddisfazione immensa per me.

Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Il mio progetto ideale è quello di vivere facendo musica, di fare tour nei palazzetti e perché no, negli stadi, vorrei creare al livello di massa degli ideali comuni tramite la mia musica e pensare che molte persone possano rivedersi in essa. Vorrei vedere sotto un palco migliaia di persone che cantano una mia canzone, insieme a me, non solamente perché apprezzano la melodia, ma perché esse stesse condividono le emozioni che provo io mentre lo canto.

Perchè i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica?
La mia musica è molto “vera”, non ci stanno mosse di marketing o sovrastrutture, è una musica indipendente da molti canoni che ormai vengono forzatamente rispettati nell’elaborazione di un pezzo, solamente per servire ed essere più “funzionale” per i mezzi di trasmissione di massa. Ho un gran rispetto per il lavoro di tutti gli artisti, ma la mia visione è molto improntata sull’arte libera, l’arte che nasce dallo studio della musica e dalla passione verso essa, e credo che ciò si possa ritrovare facilmente nei miei brani: passione, dedizione, impegno, lavoro duro… io credo in questo, e spero che possa portare i suoi frutti.

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