Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico…
Ero poco più di una bambina quando ho iniziato ad interessarmi al mondo della musica, le mie prime esibizioni in pubblico risalgono all’età di otto anni, da allora il palco è diventata la mia seconda casa! Sono stata in concerto all’estero (New York, Londra, Zurigo), ma anche in moltissime prestigiose location italiane; ho cantato in strada, in montagna, in spiaggia, all’interno di castelli o monumenti, con la consapevolezza che la musica sarebbe stata l’unica vera costante della mia vita.
Nel 2016, carica di questo bagaglio di esperienza, ho scelto di lasciare una traccia di me attraverso il progetto artistico Hera. Ad oggi ho pubblicato due Ep e sto lavorando al terzo che vedrà luce in autunno!


Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?

Credo siano entrambi fondamentali perché rappresentano la perfetta fusione tra il nostro vissuto, le influenze artistiche e il modo di comunicare attraverso l’arte. Io ci ho messo tempo, pazienza, viaggi e tanta sperimentazione per trovare la mia “carta d’identità musicale”!


Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?

Nasce a dicembre, durante una fredda mattinata invernale. Il duca bianco è il frutto di un flusso creativo costante e di un bellissimo lavoro di squadra. Ero presso gli studi di Cantieri Sonori insieme al direttore artistico dell’etichetta e apprezzatissimo autore Marco Canigiula quando il testo ha preso forma durante l’ascolto del primo loop armonico della composizione, dopo mezza giornata di lavoro in studio avevamo la prima stesura del brano!

Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
No, lo sto elaborando strada facendo e un passo alla volta. Preferisco vivere il viaggio piuttosto che pensare alla destinazione.

Perché i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica?
Per la sua originalità. Mi piace l’idea di produrre una musica dal sound moderno che strizzi l’occhio a sonorità del passato, ho un’anima dannatamente vintage!

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.